"Fate presto o non rimarrà più nulla in piedi". Il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, lo aveva ripetuto più volte nelle ultime settimane, quasi presagendo quanto è finora avvenuto. La terra non ha mai smesso di tremare da quella terribile scossa delle 3:36 del 24 agosto 2016 e, ogni volta, Amatrice ha perso un pezzo della sua storia. Nella zona rossa sono rimasti miracolosamente in piedi, ma gravemente lesionati, pochi simboli: la Basilica di San Francesco, edificata tra la fine del XIV e gli inizi del XV secolo, la chiesa di Sant'Agostino, eretta dai monaci Agostiniani nel 1428, e la torre civica di Corso Umberto I, risalente al XIII secolo. Tutti pesantemente segnati, ma anche graziati, dalle scosse di terremoto più forti, quelle del 24 agosto, del 30 ottobre e del 18 gennaio scorso, e da centinaia di eventi sismici più piccoli. Questa mattina si è verificato l'ultimo crollo. Alle 6:10, un terremoto di magnitudo 3.8 localizzato dall'Ingv a poche centinaia di metri in linea d'aria dalla zona rossa, ha fatto collassare la parete destra della chiesa di Sant'Agostino. La sequenza di 4 scosse del 18 gennaio aveva già abbattuto la torre campanaria. Per quanto riguarda la torre civica, cui il sindaco Pirozzi aveva dedicato diversi appelli a fare presto, solo il 27 gennaio scorso, anche a causa della neve, i Vigili del Fuoco sono riusciti ad avviare un intervento di alleggerimento della struttura, rimuovendo la pesante campana, al quale seguirà un puntellamento per scongiurare che la torre collassi. La scossa del 30 ottobre aveva già causato il crollo della parte più alta, ma la torre, e il suo orologio con le lancette ferme alle 3:36, è ancora lì. E' una corsa contro il tempo, quella per salvare ciò che rimane ancora a testa alta ad Amatrice, che vede impegnati i Vigili del Fuoco, il Dipartimento della Protezione civile e i tecnici del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (Mibact). Nei prossimi giorni, ha confermato proprio il Mibact, sarà avviata la messa in sicurezza del campanile di Sant'Emidio e il recupero della chiesa di San Francesco.
di Fabrizio Colarieti per Ansa