Una sopraelevazione realizzata in un edificio dei primi del Novecento, senza osservare la normativa antisismica. Ci sarebbe questo dietro il crollo dello storico Palazzo D'Antoni, nel corso di Amatrice, dove morirono, durante il sisma del 24 agosto del 2016, sette persone, tra le quali una ragazza di soli 14 anni. Per questo cinque persone andranno a processo il prossimo 2 luglio con l'accusa di omicidio colposo plurimo e disastro colposo. Le indagini, sulla base delle consulenze tecniche disposte dai pm Rocco Gustavo Maruotti e Luana Bennetti, hanno portato al rinvio a giudizio del progettista, Luigi Bucci, del direttore dei lavori che erano stati compiuti sull'edificio, Romeo Bucci, del dirigente del Genio Civile di Rieti, Maurizio Cuomo, del responsabile dell'ufficio tecnico del Comune di Amatrice, Virna Chiaretti e del componente della sezione speciale del Genio Civile di Rieti, Ivo Serpietri. Il gup ha ritenuto, invece, di non disporre il giudizio solo a carico di un sesto indagato, l'allora dirigente del Genio Civile di Rieti, Maurizio Peron. Secondo le conclusioni dell'inchiesta a causare il crollo fu la sopraelevazione realizzata nell'edificio di Corso Umberto 63 senza osservare la normativa antisismica. Oggi a Rieti si è aperta, davanti allo stesso Gup, anche l'udienza preliminare per decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata nei confronti di altri otto indagati per il crollo della palazzina ex Ina di Piazza Sagnotti, che causò la morte di 7 inquilini. L'inchiesta coinvolge l'ex sindaco di Amatrice e attuale consigliere regionale del Lazio, Sergio Pirozzi, e sette tra tecnici e funzionari pubblici. Secondo i pm Francia e Maruotti, la palazzina, che in seguito al sisma de L'Aquila del 2009 era stata sgomberata dall'allora sindaco Carlo Fedeli, fu oggetto di un successivo intervento di ristrutturazione sulla base di un progetto che conteneva "gravi errori" e un "indicatore di rischio inattendibile e non realistico". Insieme a Pirozzi rischiano il processo, con l'accusa di disastro colposo, omicidio colposo e lesioni personali colpose, anche Ivo Carloni, all'epoca dei fatti progettista e direttore dei lavori, e quattro tecnici del Genio civile, Valerio Lucarelli, Giovanni Conti, Maurizio Scacchi e Maurizio Peron, che diedero parere favorevole all'elaborato in presenza di palesi violazioni e certificarono un collaudo mai compiuto. Imputati anche Virna Chiaretti, anche in questa inchiesta coinvolta in qualità di responsabile tecnico del Comune di Amatrice, e Gianfranco Salvatore, comandante dei vigili urbani della stessa amministrazione. Nel corso dell'udienza si sono costituite le parti civili e il legale dei familiari delle vittime, Wania Della Vigna, ha chiesto la chiamata, in qualità di responsabili civili, della Regione Lazio e del Comune di Amatrice. Tra le parti civili ha chiesto di costituirsi anche un ragazzo, convivente di un giovane rimasto ucciso nel crollo, in base alla cosiddetta Legge Cirinnà che disciplina le unioni gay e le coppie di fatto. La prossima udienza è fissata al 19 giugno.
di Fabrizio Colarieti per Ansa