Quattro anni dopo il terremoto che rase al suolo Accumoli e Amatrice con le sue "cento chiese" e il bellissimo museo civico, tornano alla luce le prime opere d'arte restaurate nei mesi scorsi al Varrone Lab, il laboratorio di restauro allestito dalla Fondazione Varrone a Rieti, e che saranno esposte a Rieti, in una mostra dedicata alle opere scampate al sisma in programma a dicembre. Tra le tele, le pale d'altare, le statue restaurate da Anna Paola Salvi, sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle province di Frosinone, Latina e Rieti affidata a Giuseppe Cassio, c'è la tela di Sant'Emidio, santo protettore dai terremoti, recuperata da Accumoli e gravemente danneggiata dal crollo della chiesa di San Francesco che la custodiva; gravemente danneggiata anche la tela di Sant'Emidio venerata nella chiesa di Poggio Vitellino di Amatrice. Il terremoto aveva mutilato la statua di San Francesco,estratta dalla chiesa di San Francesco di Amatrice dai Vigili del Fuoco; quasi irriconoscibili il Cristo in Gloria recuperato dalla chiesa di San Giovanni di Accumoli, il San Michele Arcangelo della chiesa di Casali della Meta e la Madonna con Bambino di Scai, e ora tornate letteralmente a nuova luce. Le opere fanno parte di un pacchetto di 48 pezzi che il 13 gennaio scorso vennero prelevate dal deposito allestito all'indomani del terremoto dal Mibact nella Scuola Carabinieri Forestali di Cittaducale e trasferite a Rieti per il restauro. ...continua a leggere "Tornano alla luce le opere scampate dal sisma"
Autore: Fabrizio Colarieti
Ad Amatrice Martina ha perso tutta la famiglia. “Ne ho ricostruita un’altra, qui ci sono le nostre radici”
«Dal dolore nasce la forza». Quella che ti aiuta ad andare avanti e a ricominciare tutto daccapo. Un’immagine che, più di altre, fa pensare alla ricostruzione. A nuovi muri e a nuovi tetti. Ne sanno qualcosa Martina e Mario, due giovani di Amatrice che hanno deciso di rimanere aggrappati alla loro terra, messa in ginocchio da un terremoto che a distanza di quattro anni sembra ancora scuotere, nelle viscere, anime, luoghi e coscienze. «Martina è una roccia», racconta il suo compagno Mario, riportando indietro le lancette a quella notte del 24 agosto 2016.E ha ragione, perché Martina Ciancaglioni, che oggi ha 29 anni, là, sotto quelle macerie, ha lasciato la sua intera famiglia: il papà Agostino, noto costruttore, la mamma Rita, caposala all’ospedale del paese e la sorella Morena, futuro ingegnere, che di anni ne aveva 28 ed era incinta. Li ha sepolti il sisma sotto la loro casa di via Madonna della porta, cuore storico di Amatrice, a due passi dalla chiesa di San Francesco, uno dei pochi simboli del vecchio borgo rimasti parzialmente in piedi. Martina si è salvata per miracolo, Mario l’ha chiamata al telefono qualche ora prima della scossa delle 3e36. Era già a letto, lui ha insistito, poi è andato a prenderla e l’ha portata a casa sua. Il terremoto ha azzerato le vite di Martina e Mario, ma non li ha vinti, anzi li ha uniti ancora di più. ...continua a leggere "Ad Amatrice Martina ha perso tutta la famiglia. “Ne ho ricostruita un’altra, qui ci sono le nostre radici”"
A 4 anni dal sisma Amatrice attende la ricostruzione
La nuova Amatrice non c'è ancora. Quattro anni dopo il sisma che rase al suolo il comune del Reatino, insieme ad Accumoli, che di quella terribile scossa fu l'epicentro, oltre a una larga parte delle loro frazioni, attende ancora la piena ricostruzione. I cantieri e le gru ci sono, i lavori vanno avanti, ma percorrendo le strade di montagna che attraversano il territorio colpito dalla scossa del 24 agosto 2016, e dalle migliaia che ne seguirono, si è ancora costretti a fare i conti con una ferita non rimarginata. Anche se non c'è più il grosso delle macerie, alcune frazioni, ormai disabitate, sono rimaste tali e quali. Come se il tempo si fosse fermato quella notte, a memoria del dolore e della vastità del danno inferto dal terremoto alle comunità dell'Alto Velino. Un processo lento, quello della ricostruzione, che sembra ripercorrere una storia già vissuta, a poca distanza dal Reatino, al di là delle montagne di confine, a L'Aquila. Per quanto riguarda la ricostruzione privata, ha spiegato nei giorni scorsi, parlando dello stato dell'arte, l'assessore regionale alle Politiche per la ricostruzione, Claudio Di Berardino, "una più significativa accelerazione la stiamo registrando negli ultimi mesi". Una spinta arrivata all'indomani di un'ordinanza del Commissario straordinario che nell'ultimo mese ha fatto registrare, solo nel comune di Amatrice, un incremento di circa 200 istanze di contributo (a copertura del 100% delle spese), a fronte delle circa 1.500 presentate in 4 anni. Stando ai dati della Regione Lazio, sono attualmente 550 i cantieri avviati per i quali sono stati concessi oltre 110 milioni di euro. ...continua a leggere "A 4 anni dal sisma Amatrice attende la ricostruzione"
Su Regeni nessuna verità dal Cairo. I magistrati egiziani fanno domande anziché dare risposte
Doveva essere il giorno della verità e, invece, si è trasformato nell’ennesimo oltraggio alla memoria. E’ avvenuto tutto questo, nella manciata di ore in cui i magistrati italiani, che indagano sul sequestro e l’uccisione di Giulio Regeni, il giovane ricercatore friulano trovato morto al Cairo nel gennaio del 2016, sono tornati a confrontarsi in videoconferenza – per la dodicesima volta -, con i loro omologhi egiziani. Così non è stato, perché il procuratore capo Michele Prestipino e il sostituto Sergio Colaiocco si sono trovati davanti il solito muro di gomma che da 4 anni e mezzo ostacola il corso della giustizia.
I pm di piazzale Clodio, come avevano già fatto a gennaio, hanno di nuovo sollecitato le autorità egiziane sull’urgenza di ottenere un “riscontro concreto”, e in tempi brevi, alla rogatoria avanzata 14 mesi fa. Mentre il procuratore generale egiziano, Hamada El-Sawy, ha fatto sapere la Procura di Roma al termine del colloquio, si è limitato ad assicurare “che, sulla base del principio di reciprocità, le richieste avanzate dalla procura di Roma sono allo studio per la formulazione delle relative risposte alla luce della legislazione egiziana vigente”. Nulla di più. E, soprattutto, dalla videoconferenza non è arrivata alcuna risposta alle domande – almeno due – su cui i nostri inquirenti continuano a battere. ...continua a leggere "Su Regeni nessuna verità dal Cairo. I magistrati egiziani fanno domande anziché dare risposte"