A 30 anni esatti dal dirottamento della nave da crociera Achille Lauro un libro, a cura della Fondazione Craxi ed edito da Mondatori, torna a narrare i fatti di Sigonella e lo storico braccio di ferro tra il governo italiano, guidato da Bettino Craxi, e quello statunitense di Ronald Reagan.
Il libro (La notte di Sigonella, 288 pagine, 18 euro) contiene documenti e appunti inediti, come le informative riservate dei nostri Servizi, i report delle conversazioni con l’Achille Lauro, fino alle intercettazioni del Mossad e i dispacci del Dipartimento di Stato americano. Consegna un affresco preciso e puntuale degli avvenimenti di quella notte. Una storia che ancora oggi, per molti, rappresenta un esempio di coraggio e di orgoglio nazionale, ma anche di coerenza e lungimiranza politica.
Il 7 ottobre 1985, un lunedì, la nave italiana Achille Lauro, durante una crociera nel Mediterraneo con a bordo 201 passeggeri e 344 membri dell'equipaggio, venne dirottata al largo delle coste egiziane da un commando del Fronte per la Liberazione della Palestina. L’sos, lanciato dal comandante Gerardo De Rosa, alle 13 rimbalzò fino a Göteborg e da quel momento fu un susseguirsi di colpi di scena e di eventi drammatici.
Nove ore dopo giunse la rivendicazione. La capitaneria di Port Said captò via radio la prima richiesta con cui il commando di terroristi chiedeva, sotto la minaccia di far esplodere la nave, la liberazione di 50 palestinesi detenuti nel campo israeliano di Nahariya. ...continua a leggere "Crisi di Sigonella, un libro ora fa luce sui misteri del 1985"
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Aldo Moro, tre nuove scoperte sull’omicidio
Su nessuno dei reperti prelevati nel covo delle Brigate Rosse di via Gradoli 96 è stato trovato il dna di Aldo Moro, ma sono stati individuati quattro profili genetici, di cui due femminili, al momento non attribuibili. È quanto hanno scoperto i carabinieri del Ris di Roma nel corso degli accertamenti disposti dalla Commissione parlamentare d’inchiesta che a distanza di 37 anni è tornata a indagare sul sequestro e l’assassinio dell’ex presidente della Democrazia cristiana. Nuove prove, compreso un audio finora inedito con una diversa rivendicazione dell’esecuzione. Elementi che secondo la stessa Commissione potrebbero riscrivere una delle pagine più buie della storia repubblicana.
Il colonnello Luigi Ripani, comandante del Ris di Roma, nel corso della lunga audizione a Palazzo San Macuto ha spiegato: «Abbiamo trovato due profili maschili, ignoto A e Ignoto C e due profili femminili, Ignoto B e Ignoto D».
Nessuno è quello di Moro: «Confrontando i profili con quello dell'onorevole», ha aggiunto l’esperto dell’Arma, «è emerso che sono diversi. Questi profili ignoti potranno essere eventualmente confrontati con persone sospettate per vedere a chi appartengono».
Dunque comparando le nuove tracce emerse con quelle già note, e cioè appartenenti ai brigatisti che ufficialmente avevano utilizzato quel covo, potrebbe aprirsi un nuovo fronte investigativo che non è escluso porti all’identificazione di soggetti mai coinvolti nel sequestro.
Secondo il presidente della Commissione, Beppe Fioroni, quanto è stato scoperto analizzando i reperti sequestrati il 18 aprile 1978 nel covo di via Gradoli - che si scoprì essere ancora “caldo” e occupato, fino a poche ore prima dell’irruzione della polizia, dai brigatisti Mario Moretti e Barbara Balzerani - aggiunge «elementi di straordinaria novità». ...continua a leggere "Aldo Moro, tre nuove scoperte sull’omicidio"
Moby Prince, un giallo ancora irrisolto
Ventiquattro anni dopo la notte del rogo del Moby Prince (10 aprile 1991, 140 morti), il parlamento, attraverso una commissione monocamerale d’inchiesta, appena approvata al Senato, tenterà di fare luce tra le nebbie del porto di Livorno dopo le controverse conclusioni di un processo e dell’inchiesta-bis archiviata cinque anni fa. Una commissione fortemente sostenuta dai familiari delle vittime e da una petizione firmata da 21 mila cittadini, che rischia di portare a un nulla di fatto a causa di un segreto che negli anni ha dimostrato di essere inconfessabile.
Un debito di verità che dovrà fare i conti anche con la procura di Livorno, che ha più volte fatto sapere che la chiarezza su questa vicenda è stata già fatta, e su non poche implicazioni internazionali che coinvolgono un Paese nostro fedele alleato: gli Usa. Perché, quella notte, mentre i passeggeri del Moby Prince andavano a morire contro la petroliera Agip Abruzzo, nel porto e nella rada di Livorno c’erano gli americani. Una certezza che negli anni ha trasformato la tragedia di quel traghetto nella “Ustica del mare”. Troppe coincidenze.
Troppe presenze anomale in quel tratto di mare ingolfato come quel pezzo di cielo dove il 27 giugno 1980 si trovò, in altrettanto casuale compagnia, il Dc9 della compagnia Itavia. Due storie diverse, due tragedie distanti tra loro, ma unite dallo stesso pauroso sospetto. Meglio attribuire tutto alla nebbia, come ha concluso l’inchiesta giudiziaria, meglio ancora se la colpa è del traghetto o dell’aereo, di un impianto antincendio che non si azionò, delle strutture che cedettero o, addirittura, dell’equipaggio che era distratto a guardare la partita Barcellona-Juventus. ...continua a leggere "Moby Prince, un giallo ancora irrisolto"
Sutor, lo strano caso del sito web del contro-spionaggio militare
Nella homepage c’è un titolo generico: “Servizi per le comunicazioni”. E un motto in latino: Sutor ne supra crepite iudes, e cioè «che il ciabattino non giudichi più in su della scarpa». Sembra un invito a non parlare troppo quando non si hanno argomenti validi e, forse, basterebbe solo questo per capire che oltre quella “porta” c’è qualcosa di riservato. Sutor it è chiaramente un sito internet di copertura, registrato la prima volta nel 2001 e intestato a un dirigente di Wind Infostrada, che, stando a quanto emerge dai file sottratti a una società milanese hackerata il 6 luglio e finita nella bufera per via dei suoi spyware venduti a governi e intelligence di mezzo mondo - sarebbe in uso al contro-spionaggio militare italiano. Sono diversi, infatti, gli indirizzi di posta elettronica sutor it e le e mail finite nel pacchetto di 400 gigabyte di dati sottratti alla società e pubblicati da Wikileakes. In una di esse a scrivere è un “colonnello” e il tema sono le potenzialità intrusive dei software che la società proponeva alle agenzie di spionaggio e ai governi, anche di Paesi dichiaratamente ostili nei confronti della libertà di stampa. ...continua a leggere "Sutor, lo strano caso del sito web del contro-spionaggio militare"