I nostri Servizi avevano nel mirino due presunte spie russe attive in Italia ben prima che il caso Biot esplodesse. Dunque, quello che era sembrato un tradimento isolato di un ufficiale della nostra Marina, potrebbe celare uno scenario più complesso, con legami che arrivano fino ai giorni dell’invasione in Ucraina, passando per l’emergenza Covid. È quanto emerge dall’inchiesta che Daniele Autieri di Report ha dedicato, ieri sera, all’intricata faccenda dell’arresto di Walter Biot, il capitano di fregata in servizio allo Stato Maggiore della Difesa, accusato di aver venduto segreti Nato ai russi e oggi sotto processo. Ma, soprattutto, al ruolo di due presunte spie venute dal freddo, l’ex agente del Gru, Dmitri Ostroukhov e Aleksej Nemudrov, addetto navale dell’Ambasciata di Roma e responsabile della logistica della discussa missione sanitaria “Dalla Russia con amore” durante il lockdown. Da alcuni documenti contenuti nel fascicolo Biot, che Report ha potuto visionare, ma anche dal racconto di un testimone, emerge che l’Aisi, la nostra agenzia di intelligence interna, stesse sulle tracce dei due russi prima dell’arresto di Biot. Sicuro nel 2020, cioè quando il piccolo cimitero militare di Cormons, in provincia di Gorizia, dove sono sepolti un centinaio di soldati russi caduti durante la Prima Guerra Mondiale, diventa meta del pellegrinaggio di diplomatici di Mosca, tra cui anche Ostroukhov, l’uomo che il 30 marzo di un anno dopo verrà arrestato dal Ros insieme a Biot. ...continua a leggere "Spie russe in Italia. A caccia di prove dell’intesa Nato-Kiev"
Categoria: Intelligence
Tutti i buchi sulla scomparsa della studentessa nordcoreana
Sono tre le possibili ricostruzioni di quanto sarebbe accaduto alla 17enne studentessa nordcoreana, figlia dell’ex ambasciatore reggente della Corea del Nord a Roma, Jo Song-gil, scomparsa nel nulla a novembre mentre si trovava ancora nella Capitale. E tutte e tre chiamano pesantemente in causa le nostre autorità diplomatiche, quindi la Farnesina, e la nostra Intelligence.
La prima. I genitori della ragazza avrebbero palesato alle autorità italiane dell’intenzione di disertare e avrebbero quindi chiesto all’Italia asilo e, soprattutto, protezione. Assistenza che Roma, con un via libera di Palazzo Chigi e della Farnesina, avrebbe garantito. Dunque il 10 novembre Jo Song-gil e sua moglie si sarebbero allontanati, senza la ragazza, a piedi dalla sede diplomatica della Corea del Nord di Viale dell’Esperanto, all’Eur e sarebbero entrati in contatto con un team di esfiltrazione del nostro Servizio segreto. Grazie al quale, dall’Italia avrebbero raggiunto prima la Svizzera e dopo alcune settimane sarebbero rientrati di nuovo in Italia, protetti in una località segreta. Circostanza, quest’ultima, riferita il 3 gennaio scorso da fonti citate dall’Ansa. La ragazza, stando a quanto hanno detto le autorità nordcoreane alla Farnesina, avendo richiesto di raggiungere i nonni nel suo Paese, sarebbe rimasta in Ambasciata e il 14 novembre, quattro giorni dopo la fuga dei genitori, sarebbe stata accompagnata in aeroporto e da lì avrebbe raggiunto volontariamente Pyongyang. ...continua a leggere "Tutti i buchi sulla scomparsa della studentessa nordcoreana"
Il caso della studentessa nordcoreana rimpatriata con la forza a Pyongyang
Gli ingredienti della perfetta spy story ci sono tutti. L’intricata vicenda della figlia dell’ex ambasciatore reggente della Corea del Nord a Roma, Jo Song-gil, prelevata nella Capitale “con la forza” da agenti segreti di Pyongyang per essere riportata nel suo Paese, ha le carte in regola per innescare un incidente diplomatico e politico. La 17enne, secondo l’ex numero due dell’ambasciata nordcoreana a Londra, Thae Yong-ho, dissidente come il padre della ragazza e rifugiatosi dal 2016 a Seul con la sua famiglia, sarebbe stata prelevata a Roma da un team di agenti speciali su ordine del dittatore Kim Jong-un poco prima di riunirsi con i suoi genitori che avevano già lasciato l’Italia.
L’azione, di cui non si conoscono altri dettagli, sarebbe avvenuta a novembre, cioè nei giorni in cui il padre della giovane liceale, che era in servizio alla missione diplomatica nordcoreana di Roma dal 2015, avrebbe disertato e chiesto asilo in un “imprecisato Paese occidentale”. Una scelta di cui si era già parlato, il 3 gennaio scorso, quando fonti citate dall’Ansa avevano riferito che in realtà il diplomatico non aveva lasciato l’Italia ma si era rivolto alle autorità di Roma per chiedere asilo e protezione. Della ragazza ora si sta occupando la Farnesina, la nostra Intelligence e il Copasir, anche se l’intera vicenda è trattata con molta cautela. ...continua a leggere "Il caso della studentessa nordcoreana rimpatriata con la forza a Pyongyang"
Italia sotto attacco hacker. A rischio più di 500mila email
La rete informatica in uso al ministero della Giustizia, ma anche quelle di altre realtà pubbliche e private, ha subìto nei giorni scorsi un pesante attacco informatico che ha esposto i dati sensibili di oltre trentamila domini e mezzo milione di caselle di posta elettronica, di cui 98mila in uso ad enti pubblici. La conferma è arrivata da parte del vicedirettore generale per la cyber sicurezza del Dis, Roberto Baldoni. Il Dipartimento di Palazzo Chigi, che sovrintende all’attività delle agenzie di intelligence, ha confermato l’episodio, avvenuto tra il 10 e il 12 novembre, che ha imposto, per diverse ore, anche il blocco precauzionale delle caselle di posta elettronica certificata dei magistrati e delle attività telematiche di tutti i tribunali. Al momento la situazione “risulta sotto controllo”, hanno spiegato da Palazzo Chigi al termine del vertice tecnico convocato su disposizione del presidente del consiglio Giuseppe Conte, anche se non è ancora chiaro quale fosse l’obiettivo degli hacker. Non erano certamente italiani e, secondo quanto ha riferito Baldoni, avrebbero agito in modo “non estremamente raffinato”. Le prime avvisaglie di un possibile attacco - su cui ora indagano gli esperti della Polizia delle comunicazioni - c’erano state già il 10 novembre imponendo un congelamento precauzionale dei servizi che, tuttavia, non ha evitato la compromissione di oltre trentamila domini e di circa 500mila caselle di posta. ...continua a leggere "Italia sotto attacco hacker. A rischio più di 500mila email"