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Sono centoventi i fascicoli, uno per ogni crollo, su cui il pool di inquirenti, costituito dalla Procura di Rieti all’indomani del sisma del 24 agosto dello scorso anno, aveva deciso di concentrare l’attenzione nel tentativo di individuare negligenze ed eventuali responsabilità penali. Di questi, a un anno dal terremoto, solo una manciata, hanno superato il vaglio delle indagini e gran parte degli edifici, a cui l’autorità giudiziaria aveva posto i sigilli, ordinando in alcuni casi anche accertamenti tecnici, sono stati già dissequestrati. «Nel complesso - dice il procuratore capo di Rieti , Giuseppe Saieva, tracciando un bilancio delle inchieste avviate - pensiamo che si possano ipotizzare responsabilità umane di vario tipo per una trentina di vittime del terremoto ad Amatrice e Accumoli, mentre per un altro centinaio la responsabilità è solo della natura. L’80-90% di queste inchieste vanno, perciò, verso l’archiviazione». Le due indagini più note sono quelle sul crollo del campanile di Accumoli, che causò la morte di tutti i componenti della famiglia Tuccio, padre, madre e due bambini, e quella sulle tre palazzine, ex Iacp ed ex Ina, edificate nel 1971 a piazza Augusto Sagnotti ad Amatrice, dove si contarono 19 vittime e 3 feriti gravi. Nel corso dell’inchiesta sul crollo del campanile di Accumoli sono emerse responsabilità - per la mancata messa in sicurezza della torre campanaria nonostante fosse stata oggetto di uno specifico intervento - a carico di 7 tra tecnici della Curia e amministratori, compreso l’attuale sindaco Stefano Petrucci, che andranno a processo a settembre. ...continua a leggere "Edifici e case crollate: la Procura procede verso l’archiviazione"

Le macerie, prodotte dai terremoti dello scorso anno e dalle successive demolizioni, in corso di rimozione nelle zone rosse di Amatrice e Accumoli e nelle loro frazioni, secondo una stima della Regione Lazio ammontano a oltre un milione e duecentomila tonnellate. Il dato, in continuo aggiornamento, tiene conto sia delle macerie ammassate nelle aree pubbliche, sia di quelle private. Oltre il 98 per cento sono costituite da inerti e da rifiuti non pericolosi. Di queste, a un anno dal terremoto, ne sono state rimosse e conferite 110.000 tonnellate, pari all’8 per cento circa della quantità complessiva stimata. Nello specifico, per quanto riguarda le macerie pubbliche di Amatrice e Accumoli, ne sono state già recuperate circa 100.000 tonnellate, l’80 per cento della quantità complessiva, e trasferite presso il deposito di Vallicelle di Accumoli e nel deposito di Carpelone di Posta. Dai due depositi sono state già trasferite verso gli impianti di recupero circa 960 tonnellate tra ferro, legno e materiali misti. Fanno parte di questa categoria anche le macerie che sono state rimosse dalle strade del centro storico di Amatrice, consentendo, nel caso di Corso Umberto I, la riapertura al transito, che, secondo quanto ha recentemente annunciato il governatore Nicola Zingaretti, potrebbe avvenire nelle prossime settimane. ...continua a leggere "Macerie private: corsa contro il tempo"

Sarà la notte del ricordo, del silenzio e della riflessione. La notte più lunga per le popolazioni del centro Italia che un anno fa, alle 3:36 di mercoledì 24 agosto, si ritrovarono, nell'arco di una manciata di secondi, a fare i conti con la distruzione e la morte seminata da un terremoto che ancora oggi non vuole abbandonare queste terre a confine tra il Lazio e le Marche. Le vittime, lungo la Valle del Tronto, furono 299, 249 delle quali nei soli comuni di Amatrice e Accumoli. Un elenco interminabile di nomi di donne, uomini e bambini che non ci sono più e che questa notte, ad Amatrice, saranno ricordati in un lungo appello e con altrettanti rintocchi di campana. Sarà una cerimonia sobria e silenziosa, così l'hanno voluta i familiari delle vittime del versante amatriciano. Dalle ore 1:30 si ritroveranno in una tenda allestita al campo sportivo, il luogo scelto per ricordare ognuna delle vittime. Alle 2:30 circa partirà la fiaccolata che transiterà nelle vie adiacenti la zona rossa, senza però entrare in Corso Umberto, e terminerà al Parco don Minozzi. In un solo punto, a piazza Augusto Sagnotti, la fiaccolata si avvicinerà alle macerie, a quelle delle tre palazzine di edilizia popolare in cui persero la vita 19 persone. Alle 3:30 inizieranno i rintocchi di campana, fino alle 3:36, il momento del silenzio e del ricordo. La veglia, dopo un momento di preghiera, terminerà intorno alle 4:30. ...continua a leggere "Amatrice un anno dopo, veglia e fiaccolata per vittime"

"Ero curioso di conoscere la morte e di capire cosa sarebbe accaduto dopo. Perché eravamo convinti che fosse giunta la nostra ora, eravamo rassegnati". Giuseppe Leopardi, insieme a sua moglie Rita Di Gianvito, è rimasto per sette ore sotto le macerie della loro casa, al civico 31 di via Nicola Rosei, una traversa di Corso Umberto I, accanto al Municipio di Amatrice. Hanno rivisto la luce del sole grazie alla straordinaria tenacia di chi li ha tirati fuori da quell'inferno, e oggi, dopo aver perso tutto, hanno scelto di lasciare Amatrice e di vivere a Rieti. Giuseppe ha 59 anni, è un funzionario della Asl; sua moglie, Rita, è una maestra che prima del terremoto insegnava alla Scuola 'Romolo Capranica' di Amatrice, venuta giù con la scossa del 24 agosto 2016. Stanno insieme da trentacinque anni, hanno una figlia di 30 anni, Silvia. Di quella notte, quando la loro casa è collassata in una manciata di secondi, ricordano tutto. "Alle 21 e 30 eravamo già a letto. Quando c'è stata la scossa - prosegue Giuseppe -, ho aperto gli occhi, ricordo una serie di boati, bum bum bum, era un suono onomatopeico che veniva dalle viscere della terra. Ho immaginato subito che fosse il terremoto. Un istante dopo una cascata di sassi che rotolavano sul pavimento, poi un forte fruscio e la nostra casa prima si è alzata e poi è crollata in un attimo. Il pavimento della camera è diventato come uno scivolo, è andato giù in verticale e siamo precipitati dal secondo al primo piano". ...continua a leggere "Giuseppe e Rita, 7 ore sotto le macerie"