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Giovanni SpadoliniRiguarderebbero anche il coinvolgimento del Mossad e dell’intelligence americana nel sequestro Moro i documenti acquisiti a Firenze, nella sede della Fondazione Giovanni Spadolini, dalla Commissione parlamentare d’inchiesta che indaga sul rapimento e l’omicidio dello statista democristiano.
Si tratta di appunti inediti, annotati su diversi block notes dallo stesso Spadolini nel corso di alcuni colloqui privati con l’ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga.
Gli appunti, che risalirebbero all’ottobre del ‘90, a quanto riferiscono fonti parlamentari, sono stati scoperti prima dell’estate dal magistrato Antonia Giammaria, consulente della stessa Commissione Fioroni, e conterrebbero importanti elementi sul contesto in cui si consumò la tragedia di Aldo Moro e sul possibile coinvolgimento dei servizi segreti israeliani e statunitensi.
Tutti gli appunti sono stati perciò acquisiti dalla Commissione e saranno digitalizzati e restituiti alla Fondazione Spadolini. La circostanza che i documenti in questione fossero custoditi all’interno di un armadio blindato, anziché tra i fondi dell’archivio personale di Spadolini, lascia intendere che il contenuto di quelle carte fosse stato in quale modo classificato o comunque soggetto a restrizioni, pare per un periodo di 50 anni. ...continua a leggere "Sequestro Moro, l’ombra di Mossad e Cia"

Aldo MoroSu nessuno dei reperti prelevati nel covo delle Brigate Rosse di via Gradoli 96 è stato trovato il dna di Aldo Moro, ma sono stati individuati quattro profili genetici, di cui due femminili, al momento non attribuibili. È quanto hanno scoperto i carabinieri del Ris di Roma nel corso degli accertamenti disposti dalla Commissione parlamentare d’inchiesta che a distanza di 37 anni è tornata a indagare sul sequestro e l’assassinio dell’ex presidente della Democrazia cristiana. Nuove prove, compreso un audio finora inedito con una diversa rivendicazione dell’esecuzione. Elementi che secondo la stessa Commissione potrebbero riscrivere una delle pagine più buie della storia repubblicana.
Il colonnello Luigi Ripani, comandante del Ris di Roma, nel corso della lunga audizione a Palazzo San Macuto ha spiegato: «Abbiamo trovato due profili maschili, ignoto A e Ignoto C e due profili femminili, Ignoto B e Ignoto D».
Nessuno è quello di Moro: «Confrontando i profili con quello dell'onorevole», ha aggiunto l’esperto dell’Arma, «è emerso che sono diversi. Questi profili ignoti potranno essere eventualmente confrontati con persone sospettate per vedere a chi appartengono».
Dunque comparando le nuove tracce emerse con quelle già note, e cioè appartenenti ai brigatisti che ufficialmente avevano utilizzato quel covo, potrebbe aprirsi un nuovo fronte investigativo che non è escluso porti all’identificazione di soggetti mai coinvolti nel sequestro.
Secondo il presidente della Commissione, Beppe Fioroni, quanto è stato scoperto analizzando i reperti sequestrati il 18 aprile 1978 nel covo di via Gradoli - che si scoprì essere ancora “caldo” e occupato, fino a poche ore prima dell’irruzione della polizia, dai brigatisti Mario Moretti e Barbara Balzerani - aggiunge «elementi di straordinaria novità». ...continua a leggere "Aldo Moro, tre nuove scoperte sull’omicidio"

moroIl fascicolo del gabinetto del ministero dell’Interno contenente un appunto riservato scomparso dagli scaffali dell’Archivio centrale dello Stato è stato «smembrato». Lo rivela la relazione presentata il 20 maggio scorso dal consulente Angelo Allegrini alla commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Moro. Si tratta di un documento di estrema rilevanza. Perché potrebbe collegare due capitoli oscuri della storia italiana: il sequestro del presidente della Democrazia cristiana Aldo Moro e la vicenda Gladio, l’organizzazione paramilitare clandestina, articolazione dei nostri servizi segreti promossa dalla Nato e organizzata dalla Cia (la Central Intelligence Agency statunitense) per contrastare un’ipotetica invasione dell’Europa da parte dell’Unione Sovietica.
Il sospetto che si sta facendo largo tra gli scranni della commissione, che indaga sulla strage di Via Fani e sul rapimento dello statista Dc, è che dietro la scomparsa di quel documento ci sia un movente preciso: tenere nascosta l’identità di chi lo compose, ma anche quella della fonte che ne ispirò i contenuti, per impedire all’organismo parlamentare d’inchiesta di convocarla e scavare nella verità in esso contenuta. E cioè – è questa l’ipotesi che la commissione guidata da Giuseppe Fioroni vuole verificare – che almeno una parte delle munizioni utilizzate dal commando delle Brigate Rosse nella mattanza del 16 marzo 1978 provenisse proprio da un deposito “Nasco” dell’Italia settentrionale, uno degli arsenali segreti di armi ed esplosivi a disposizione di Gladio, le cui chiavi sarebbero state nelle mani di sole sei persone. ...continua a leggere "Commissione Moro, «smembrato» il fascicolo con il collegamento a Gladio"

Aldo Moro
Aldo Moro

Doveva essere dentro una carpetta con su scritto “Aldo Moro” e invece non c’è. E’ l’ultimo giallo legato al sequestro e all’uccisione dello statista democristiano Aldo Moro, di cui il 9 maggio scorso ricorreva il trentasettesimo anniversario della morte, nel quale è inciampato un collaboratore della commissione parlamentare d’inchiesta incaricato di rintracciare un fascicolo, originariamente classificato come “segretissimo”, che il ministero dell’Interno doveva versare all’Archivio centrale dello Stato adempiendo alla direttiva Renzi sulla declassificazione degli atti riguardanti le stragi e il terrorismo. E proprio lì dentro, ha riferito il presidente della stessa commissione Moro, Giuseppe Fioroni, è probabile che ci fosse una nota riguardante la provenienza di alcune munizioni sospette raccolte il 16 marzo ‘78 in via Fani. ...continua a leggere "Commissione Moro, fascicolo scomparso: il presidente Fioroni vuole chiarimenti"