Vai al contenuto

VaticanoC'è un piano che da mesi, in vista del Giubileo, si sta mettendo a punto ai vertici dei servizi segreti italiani. Ed è diventato di stretta attualità dopo le stragi di Parigi. «Si ritorna alla human intelligence (Humint, ndr), il fattore umano. Più agenti sul territorio, come si fece per fermare le Brigate rosse, e potenziamento dei fondi per le fonti e gli infiltrati». Una fonte qualificata della sicurezza nazionale spiega a Lettera43.it che l'obiettivo è «mettere al riparo il nostro Paese da attacchi terroristi».
L'allerta è massima, nessuno si può considerare al riparo dal pericolo. Lo hanno confermato gli americani del Fbi, inviando una documento in cui sono indicati come possibili obiettivi dei terroristi San Pietro a Roma, il Duomo e la Scala a Milano.
Alle autorità italiane sono stati segnalati anche cinque nominativi sospetti su cui svolgere approfondimenti investigativi. Si tratterebbe di nomi arabi. Anche la procura di Milano ha contribuito a tenere alta l'attenzione, dicendo che Maria Giulia 'Fatima' Sergio, la foreign fighter italiana che si trova in Siria ed è al centro di un'inchiesta, si sarebbe resa «disponibile all'esecuzione di qualsiasi azione richiesta dall'organizzazione dell'Isis, compreso il martirio». E il Califfato tramite il suo magazine ha minacciato Roma: «Chiediamo ad Allah di sostenere i mujaheddin contro gli agenti dei leader dell'idolatria e i crociati finché la bandiera nera non sarà issata su Istanbul e nella Città del Vaticano». ...continua a leggere "Giubileo, i servizi italiani aumentano fondi e infiltrati"

NocsNiente ferie, niente permessi e reperibilità continua. Gli uomini dei reparti speciali italiani, il Nocs della Polizia di Stato e il Gis dell’Arma dei Carabinieri, insieme ai nuclei antisabotaggio della Guardia di finanza, agli artificieri e alle teste di cuoio di Marina e Esercito, sono in stato di massima allerta. Dopo gli attentati di Parigi e in vista del Giubileo sono state intensificati, in particolare, le esercitazioni e il raccordo con l’intelligence per analizzare ogni possibile scenario.
Gli uomini del Nucleo operativo centrale di sicurezza della Polizia, come i colleghi del Gruppo di intervento speciale dei Carabinieri, sono addestrati per portare a termine operazioni ad alto rischio, come la liberazione di ostaggi, le irruzioni in ogni ambiente per la cattura di criminali e terroristi, la protezione di alte personalità istituzionali in particolari situazioni di pericolo e la tutela di personalità straniere in visita in Italia.
Gli operatori dei due reparti speciali sono in grado di intervenire, con il supporto di mezzi terrestri, aerei e navali, su tutto il territorio nazionale nell'arco di poche ore. Team specializzati sono stati dislocati su tutto il territorio nazionale, in particolare a Roma e Milano, ma anche nei principali scali marittimi e aeroportuali. ...continua a leggere "Giubileo: come funzionano i nostri reparti speciali"

Attentati ParigiUna bomba fai da te. Facile da sintetizzare, col materiale necessario che si trova al supermercato e dal ferramenta. Il resto è in Rete, dove è possibile rintracciare decine di video e documentazione molto dettagliata per assemblare, in casa, un micidiale ordigno. Stiamo parlando del perossido di acetone triciclico, il composto chimico altamente esplosivo e anche molto instabile, meglio noto come Tatp, utilizzato negli attentati terroristici di Parigi al teatro Bataclan e allo Stade de France.
Bianco e inodore, si presenta sotto forma di cristalli. Una polverina dall’elevata capacità esplosiva, talmente tanto che anche piccole quantità possono detonare creando danni ingenti. Il Tatp è anche molto sensibile al calore e agli urti, così da renderlo altamente pericoloso anche nelle fasi di preparazione e trasporto. Per sintetizzare il Tatp basta mescolare acido solforico o cloridrico o muriatico, perossido di idrogeno - il nome scientifico dell’acqua ossigenata -, acetone per le unghie e bicarbonato. ...continua a leggere "Tatp, l’esplosivo fai da te dei kamikaze di Parigi"

MoroNuove fotografie potrebbero arricchire la lista dei misteri e delle mancate indagini sul rapimento e l’uccisione di Aldo Moro. Immagini riprese nei minuti immediatamente successivi al massacro della scorta, quando in via Fani non era ancora arrivata la prima volante della questura. E scattate direttamente dalla strada da Gherardo Nucci, lo stesso uomo che, in un momento successivo, aveva immortalato l’eccidio dal terrazzo della sua abitazione. Foto, queste ultime, già finite nel calderone degli eventi senza spiegazione del caso Moro. Sparirono, infatti, dopo che la moglie dell’autore, una giornalista dell’agenzia di stampa Asca, le aveva consegnate nelle mani del magistrato Luciano Infelisi. Ma le ricerche erano finalizzate a individuare gli scatti effettuati dal terrazzo. Mai, sinora, si era parlato di fotografie dalla strada.
Sulla ricostruzione della vicenda del rullino scomparso si è concentrata la relazione firmata da Paolo Scriccia, generale del Ros dei carabinieri e consulente della Commissione d’inchiesta sul caso Moro presieduta da Beppe Fioroni. Il dossier Scriccia, depositato a San Macuto il 5 ottobre 2015, sottolinea come nella fase istruttoria del procedimento Moro quater, nel dicembre del 1987, Gherardo Nucci avesse aggiunto particolari importanti rispetto a quanto affermato nella prima deposizione del 1978. Nove anni dopo, infatti, l’uomo raccontò per la prima volta di aver scattato alcune fotografie a livello della strada e poi di essere immediatamente tornato a casa. Dove, dal terrazzo, aveva fatto altre foto, proprio mentre iniziavano ad arrivare i primi automezzi della polizia. Infine, «di aver consegnato alla moglie, lo stesso giorno, il rullino da sviluppare». ...continua a leggere "Moro, il giallo delle foto scattate dalla strada in via Fani e poi sparite"