Gli arresti, su ordine del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Velletri, sono stati eseguiti nelle province di Roma, Napoli, Caserta, Latina, Viterbo, Grosseto, Chieti e Ravenna. A carico degli indagati, ha riferito il comando provinciale dei Carabinieri della Capitale, “sono stati riconosciuti gravi indizi” e contestati reati che vanno dalla turbata libertà degli incanti alla frode nelle pubbliche forniture, alla corruzione per l’esercizio della funzione e alla falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Le indagini, coordinate dalla Procura di Velletri, si sono concentrate su 49 appalti, svolti tra maggio 2017 e gennaio 2021, riguardanti lavori da compiere nelle basi dell’Aeronautica militare di Ciampino, Pratica di Mare, Vigna di Valle, Furbara, Montecastrilli, Borgo Piave, Grazzanise e Somma Vesuviana. Gli arresti, hanno spiegato gli inquirenti, sono “l’epilogo di una complessa attività investigativa” che ha interessato, in particolare, due militari che all’epoca dei fatti erano in servizio al 2° Reparto Genio dell’Aeronautica militare di Ciampino, ma anche proprietari di una società edile privata di cui detenevano quote di capitale dell’85% e del 15%. La società, che aveva la sua sede sempre a Ciampino, era attiva nel campo immobiliare (compravendita, permuta, ristrutturazione, costruzione, locazione, affitto, manutenzione di immobili). “I predetti - scrivono gli inquirenti - con incarichi di responsabilità nella gestione degli appalti per opere infrastrutturali della Forza Armata operavano, talvolta, anche quali delegati ad assumere l’incarico di direttore dei lavori e/o responsabile di cantiere”.
E proprio indagando sui due militari, e soprattutto sui loro movimenti finanziari, i carabinieri hanno scoperto che tra uno dei due e alcuni titolari di ditte edili “legate da vincoli contrattuali” con l’Ami, “emergessero singolarità riguardo diversi movimenti di denaro meritevoli di ulteriori approfondimenti”. Le indagini si sono poi estese anche ad altri militari e ai titolari di altre ditte che erano in rapporti con l’Aeronautica. “In particolare - aggiungono ancora gli inquirenti - con un sistema viziato dall’irregolarità nell’assegnazione di appalti per la realizzazione di opere infrastrutturali di immobili militari, le ditte venivano agevolate garantendosi l’assegnazione diretta dei contratti pubblici. I due militari titolari della ditta privata ricevevano in cambio prestazioni d’opera e materiali per propri fini e gli altri appartenenti alla Forza Armata coinvolti consapevolmente consentivano tali condotte, venendo meno ai doverosi obblighi di vigilanza e controllo”. II volume d’affari degli appalti, che secondo gli inquirenti sarebbero stati pilotati, ammonta a circa 3 milioni di euro. L’Aeronautica militare, ovviamente, è parte lesa, ha avviato un’inchiesta amministrativa interna tanto che ieri, con una nota, ha espresso “piena fiducia e collaborazione nei confronti della Magistratura per far completa luce sulle eventuali responsabilità individuali di appartenenti alle Istituzioni, in fatti che contrastano con l’impegno quotidiano dell’Aeronautica Militare al servizio del Paese, a difesa della legalità e della sicurezza collettiva”.
di Fabrizio Colarieti per La Notizia [link originale]