Non c’è pace per la flotta Canadair del Dipartimento della protezione civile. Prima il fallimento della Sorem, il blocco dei voli e degli stipendi, poi il cambio di gestione e ora sui 19 bimotore antincendio di proprietà dello Stato incombe anche la spending review. Dopo il nuovo appalto, affidato a gennaio dal Dipartimento della protezione civile alla società italo-spagnola Inaer Helycopter per 40 milioni di euro l’anno, la gestione della flotta Canadair sembrava navigare in acque tranquille, ma le recenti dichiarazioni del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, potrebbero rimettere tutto in discussione, a pochi mesi dalla campagna estiva antincendio. Catricalà, intervenendo recentemente a Ballarò, ha annunciato l’intenzione del governo di liberarsi della flotta «che può essere gestita - ha poi aggiunto - più economicamente da vigili del fuoco e aeronautica militare». Secca la risposta dei piloti del gruppo Canadair: «Sono parole che gettano nello sconforto centinaia di lavoratori che credevano di essere finalmente usciti da una situazione di crisi, per merito degli ingenti sforzi attuati dalla nuova società di gestione e che invece, nel giro di poco tempo, si ritrovano nuovamente a dover convivere con il peggior incubo di ogni lavoratore, perdere il proprio lavoro. Con questa esternazione – scrive in una lettera inviata a Catricalà il vicepresidente del Gruppo volo Canadair, Mauro Tramonti -, non solo mette a rischio il nostro lavoro ma, con un colpo di spugna, azzera il know-how acquisito in tanti anni (anche perdendo qualche nostro collega) che ha permesso alla nostra nazione di essere leader mondiale del settore».
IL BLITZ DEI POMPIERI. Il sospetto è più che fondato, ed è certo che Palazzo Chigi, nelle more di un decreto che dovrebbe riordinare la protezione civile, stia valutando anche l’ipotesi di liberarsi della flotta attraverso un passaggio di funzioni e dotazioni tra il Dipartimento retto dal prefetto Franco Gabrielli e il Viminale. I vigili del fuoco, presto, potrebbero mettere mano sia sulla flotta dei Canadair, da vent’anni agli ordini della protezione civile, sia sul Centro operativo aereo unificato (Coau) di via di Vitorchiano, a Roma, cioè, per intenderci, fin dentro il cuore operativo del servizio antincendio. Un blitz, tra l’altro, già annunciato da tempo da diverse interrogazioni parlamentari e, in particolare, da una proposta di modifica della legge-quadro in materia di incendi boschivi fortemente sostenuta da Ettore Rosato (Pd). La proposta vorrebbe affidare, salvaguardando le professionalità esistenti, la gestione del servizio aereo antincendio a un unico soggetto statale, cioè il ministero dell’Interno. A parere di Rosato «l’unica struttura in grado di garantire gli interventi operativi e il coordinamento necessario con gli altri soggetti istituzionali coinvolti» è quella del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. A rimetterci non sarebbe solo la flotta Canadair, ma anche, e soprattutto, il Corpo forestale dello Stato, altro soggetto coinvolto, con uomini e mezzi (anche aerei), nella lotta agli incendi boschivi. Alla forestale, attraverso i Nipaf, resterebbe solo il compito di svolgere le indagini sui roghi, anche se, sempre secondo una recente proposta dello stesso deputato democratico, potrebbe essere addirittura soppressa. Rosato, che sotto il governo Prodi fu sottosegretario all’Interno, ha avanzato, infatti, l’ipotesi di istituire la specialità della polizia ambientale nell’ambito del Dipartimento della pubblica sicurezza (cioè insieme a polizia e vigili del fuoco) e trasferendo, sotto di esso, funzioni, personale e dotazioni del Cfs.
I DUBBI DEI PILOTI. «Ne sappiamo quanto voi – conferma a Il Punto il colonnello Pierpaolo Armenante, pilota Canadair di lungo corso – e le parole di Catricalà ci preoccupano molto. La nostra flotta è composta da 19 velivoli CL- 415, ai comandi di oltre 70 piloti di grandissima esperienza, è di esclusiva proprietà dello Stato e parliamo di un valore che oltrepassa i 500 milioni di euro. In questo momento la sua gestione è affidata alla Inaer, una società seria che ha messo in campo uomini, mezzi e ingenti risorse a garanzia di un servizio indispensabile, che, tra l’altro, è invidiato da tutto il mondo. I Canadair – prosegue il pilota – da sempre sono gestiti dal Dipartimento di protezione civile che ha le professionalità e il know-how adeguato per farlo, perciò cambiare tutto a cosa serve? Abbiamo superato un periodo molto difficile, dopo la messa in liquidazione della Sorem, il blocco dei voli e degli stipendi, oggi la situazione è cambiata: la flotta è efficiente, così come la manutenzione dei velivoli. Dal febbraio del 2011, quando la Inaer si è aggiudicata la gestione della flotta, ad oggi i Canadair hanno accumulato circa il 30 per cento in più delle ore di volo compiute nel 2010 sotto la gestione Sorem». Preoccupazioni espresse anche dal presidente dell’Associazione italiana piloti (ex Anpac), Giovanni Galiotto, in una lettera inviata al premier Mario Monti. «Le recenti dichiarazioni del Catricalà, - scrive Galiotto in rappresentanza dei piloti delle Compagnie Inaer, Airspea e European Air Crane - in merito al conferimento della capacità antincendio boschivo ai Vigili del Fuoco in sostituzione della Protezione Civile, unitamente alla possibile riduzione della capacità complessiva dei mezzi aerei disponibili, suscitano perplessità e preoccupazione. L’ufficio attività aeronautiche del Dipartimento della Protezione Civile ha raggiunto negli anni una capacità operativa di eccellenza, non solo nella gestione degli assetti ad essa conferiti per contrastare gli incendi boschivi - Canadair, Fireboss e S64 - ma anche per garantire la necessaria vigilanza affinché le risorse dello Stato siano gestite con oculatezza e nel rispetto e controllo dei contratti stipulati. Lo stesso dicasi per la gestione e il coordinamento, garantito dal Coau. La struttura dei Vigili del Fuoco, cui il Governo sembrerebbe voler delegare le attribuzioni sopra descritte - prosegue il presidente dell’associazione dei piloti -, non sembra poter garantire il mantenimento degli standard oggi raggiunti e di cui la Protezione Civile nazionale è garante. Non di certo per carenze professionali o mancanza di capacità, ma piuttosto per scarsità di risorse e per la disabitudine alle operazioni in ambiente boschivo e al necessario coordinamento con il Corpo Forestale dello Stato, cui tali operazioni sono demandate. Smantellare il servizio aereo della Protezione Civile, ridurre la capacità complessiva della flotta aerea assegnata alle operazioni antincendio, mortificare la professionalità degli uomini - piloti, tecnici e impiegati - che dedicano le loro energie alla lotta agli incendi, spesso con grave rischio per la loro stessa incolumità, non sembra un’operazione che possa alleviare le spese correnti dello Stato, bensì un’operazione d’immagine le cui potenziali nefaste conseguenze meriterebbero forse un’attenzione maggiore».
di Fabrizio Colarieti per Il Punto del 19 aprile 2012 [pdf]