La Procura di Rieti dovrà fare luce sul crollo di una palazzina di Amatrice che si trovava al civico 73 di corso Umberto I e dove, la notte del terremoto del 24 agosto 2016, morirono una giovane coppia e i loro due bambini. A chiedere l’apertura di un’inchiesta, tramite il suo legale, è stata Assuntina Cicconi, la madre di Federico Ianni, il 41enne amatriciano che quella notte perse la vita sotto le macerie della sua casa insieme alla moglie, Beatrice Micozzi di 32, e ai suoi due figli, Ivan di 3 anni e Vera Lu di soli 5 mesi. Assuntina viveva a poca distanza da suo figlio Federico, era al civico 1 di piazza Augusto Sagnotti, nell’edificio, ex Ina Casa, crollato insieme alle altre due palazzine ex Iacp: un luogo dove la morte ha lasciato un segno profondo con un bilancio complessivo di 25 vittime. Quella notte era anche lei ad Amatrice e il destino ha voluto che fosse lei a salvarsi e non il suo unico figlio, sua nuora e i suoi due nipotini. Assuntina è, infatti, uno dei pochi sopravvissuti di piazza Sagnotti. Il suo appartamento era al primo piano e quando la palazzina è venuta giù, portandosi via le vite di altri 7 inquilini, lei è rimasta sepolta dalle macerie, ferita ma viva. Dopo diverse ore i vigili del fuoco sono riusciti a metterla in salvo e nell’istante in cui ha rivisto la luce ha saputo che per suo figlio Federico e il resto della sua famiglia non c’era più nulla da fare. Oggi Assuntina vive nel ricordo della sua famiglia, un dolore senza confini che l’accompagnerà per il resto dei suoi giorni insieme al bisogno di verità narrato tra le righe di una denuncia che il suo legale, l’avvocato teramano Wania Della Vigna, ha presentato alla Procura di Rieti. La donna dovrà quindi affrontare una nuova inchiesta, dopo quella che ha riguardato il crollo della sua casa di piazza Sagnotti, per il quale la procura ha formalizzato recentemente l’avviso di conclusione delle indagini a carico di 7 tra tecnici, dirigenti e funzionari pubblici, oltre dell’ex sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, atto che precede la richiesta di rinvio a giudizio. Un elemento, su cui potrebbe puntare la nuova inchiesta, riguarda il fatto che l’abitazione della famiglia Ianni confinava con una palazzina, quella al civico 83, già oggetto di accertamenti giudiziari e dove persero la vita altri 7 inquilini. Secondo gli inquirenti e gli esperti incaricati della consulenza tecnica, il crollo di quest’ultimo edificio fu causato dall’aumento di carico sulla struttura, già inadeguata a sostenere un terremoto, in seguito a una sopraelevazione. Le indagini hanno individuato responsabilità a carico di 6 tra progettisti, tecnici comunali e del Genio civile. Un crollo che potrebbe aver condizionato anche la stabilità della casa dove da 5 mesi viveva in affitto Federico e la sua famiglia.
di Fabrizio Colarieti per Il Messaggero [link originale]