L’Italia, dopo Russia e Turchia, secondo uno studio di Truenumbers, è il terzo Stato più militarizzato al mondo, con 467,2 operatori ogni 10mila abitanti e quattro forze di polizia operanti sullo stesso territorio. Addirittura cinque prima della fusione Carabinieri-Forestale. Eppure c’è una proposta di legge in materia di sicurezza urbana, che ha come primo firmatario il deputato di FdI Alessio Butti, che suggerisce, insieme ad alcune modifiche ai codici penale e di procedura penale, l’attribuzione della qualifica di agenti di pubblica sicurezza anche agli operatori delle polizie locali. E perfino l’impiego di pattuglie dell’Esercito a bordo dei treni, a guardia delle stazioni ferroviarie e dei parchi.
Dell’Esercito, da tempo impiegato in assetto dual use per assicurare l’ordine e la sicurezza pubblica, si era parlato anche ieri a margine di un incontro tra il sottosegretario alla Difesa, Angelo Tofalo, e il capo di Stato maggiore dell’Esercito, il generale Salvatore Farina. Attualmente, infatti, i militari collaborano con le forze dell’ordine nell’ambito dell’operazione “Strade sicure” che vede settemila uomini impiegati nelle grandi città, anche in funzione antiterrorismo, nella Terra dei fuochi e nelle zone rosse dei comuni colpiti dal terremoto del 2016 e in quella di Genova dopo il crollo del ponte Morandi. Nella proposta di legge trova spazio, in particolare, anche un articolo che punta a bilanciare ruoli e funzioni di sindaci e prefetti attraverso la creazione di commissioni provinciali per la sicurezza urbana e comitati tecnici ristretti per favorire la collaborazione interistituzionale.
Tradotto, secondo gli estensori della proposta di legge del partito di Giorgia Meloni, i sindaci in materia di sicurezza urbana oggi hanno poca voce in capitalo pur sedendo nello stesso tavolo, quello del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, insieme ai vertici delle forze dell’ordine e al prefetto che lo presiede in qualità di massima autorità di pubblica sicurezza.
“Chiediamo semplicemente un ruolo, non dico di preminenza e supremazia rispetto al prefetto, ma, quantomeno, di quasi uguaglianza trattandosi del territorio cittadino”, spiega a La Notizia il deputato Butti. “Per fare questo – aggiunge il primo firmatario della proposta di legge targata FdI – inseriamo una serie di possibilità, ovvero una commissione intermedia che incentivi la funzione del sindaco, anche rispetto al ruolo della polizia locale affinché sia considerata a tutti gli effetti, pur in assenza di una legge di riordino, una forza di pubblica sicurezza come le altre ma con compiti limitati al perimetro urbano. Ad esempio – conclude Butti – una cosa che contesteremo del decreto sicurezza è l’assegnazione del Taser solo alle polizie locali delle grandi città”.
La proposta prevede anche l’inasprimento delle pene per la violazione di domicilio (fino a un massimo di 9 anni rispetto agli attuali 5) e per l’oltraggio a un pubblico ufficiale (fino a 6 anni rispetto ai 3 attuali).