Dell’Esercito, da tempo impiegato in assetto dual use per assicurare l’ordine e la sicurezza pubblica, si era parlato anche ieri a margine di un incontro tra il sottosegretario alla Difesa, Angelo Tofalo, e il capo di Stato maggiore dell’Esercito, il generale Salvatore Farina. Attualmente, infatti, i militari collaborano con le forze dell’ordine nell’ambito dell’operazione “Strade sicure” che vede settemila uomini impiegati nelle grandi città, anche in funzione antiterrorismo, nella Terra dei fuochi e nelle zone rosse dei comuni colpiti dal terremoto del 2016 e in quella di Genova dopo il crollo del ponte Morandi. Nella proposta di legge trova spazio, in particolare, anche un articolo che punta a bilanciare ruoli e funzioni di sindaci e prefetti attraverso la creazione di commissioni provinciali per la sicurezza urbana e comitati tecnici ristretti per favorire la collaborazione interistituzionale.
Tradotto, secondo gli estensori della proposta di legge del partito di Giorgia Meloni, i sindaci in materia di sicurezza urbana oggi hanno poca voce in capitalo pur sedendo nello stesso tavolo, quello del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, insieme ai vertici delle forze dell’ordine e al prefetto che lo presiede in qualità di massima autorità di pubblica sicurezza.
“Chiediamo semplicemente un ruolo, non dico di preminenza e supremazia rispetto al prefetto, ma, quantomeno, di quasi uguaglianza trattandosi del territorio cittadino”, spiega a La Notizia il deputato Butti. “Per fare questo – aggiunge il primo firmatario della proposta di legge targata FdI – inseriamo una serie di possibilità, ovvero una commissione intermedia che incentivi la funzione del sindaco, anche rispetto al ruolo della polizia locale affinché sia considerata a tutti gli effetti, pur in assenza di una legge di riordino, una forza di pubblica sicurezza come le altre ma con compiti limitati al perimetro urbano. Ad esempio – conclude Butti – una cosa che contesteremo del decreto sicurezza è l’assegnazione del Taser solo alle polizie locali delle grandi città”.
La proposta prevede anche l’inasprimento delle pene per la violazione di domicilio (fino a un massimo di 9 anni rispetto agli attuali 5) e per l’oltraggio a un pubblico ufficiale (fino a 6 anni rispetto ai 3 attuali).