FABRIZIO COLARIETI

La Repubblica dei segreti

Potrebbero essere non più di dieci casi, parte dei quali ormai noti. Parliamo di segreti di Stato: dal Piano Solo del ’64 al sequestro dell’Imam di Milano Abu Omar del 2003. Una manciata di fattacci in cui l’esecutivo ha deciso di classificare, con il massimo grado di riservatezza, documenti, luoghi, circostanze e protagonisti su cui la magistratura aveva avviato delle indagini. Dal 2011, con il decreto contenente le disposizioni per la tutela amministrativa del segreto, esiste anche un inventario degli omissis di Stato presso l’Ufficio centrale per la segretezza. Ed è lì che sono conservati i fascicoli top secret della nostra Repubblica. L’ultimo vincolo lo ha imposto il premier Mario Monti, rinnovando, per la terza volta consecutiva, dopo Berlusconi e Prodi, il segreto sulla vicenda Abu Omar. A pagarne le conseguenze è la Corte d’Appello di Milano dove è di nuovo sotto processo l’ex numero due del Sismi, Marco Mancini, imputato, insieme ad altri 007 dell'intelligence militare, per il pasticcio del sequestro dell’Imam della moschea di viale Jenner, compiuto dalla Cia il 17 febbraio 2003.
LA LISTA DEGLI OMISSIS. L’ultima scansione dei segreti ancora in vita l’ha compiuta il Comitato di controllo sull'attività dei Servizi segreti, sotto la presidenza di Massimo D’Alema. Nella relazione trasmessa al Parlamento il 25 gennaio scorso il Copasir conferma, infatti, di aver ricevuto da Palazzo Chigi la lista dei segreti di Stato tuttora pendenti, «per tre dei quali, trascorso il termine di quindici anni, è stata disposta la proroga fino a trent'anni». Sono tre vicende diventate segrete intorno al '97 e, perciò, per sapere di cosa si tratta sarà necessario attendere il 2027. La relazione contiene, inoltre, anche un elenco di segreti di Stato apposti da Palazzo Chigi o da altre autorità ministeriali «della cui esistenza il Comitato parlamentare è venuto a conoscenza per la prima volta in questa occasione».
Il Segreto di Stato è un atto politico che può essere disposto esclusivamente dal Presidente del Consiglio dei ministri, impedisce all'Autorità giudiziaria l’acquisizione e l’utilizzazione delle notizie sulle quali è apposto, si differenzia dalle classifiche di segretezza (la cui attribuzione ha natura di atto amministrativo) che non sono opponibili alla magistratura. La nuova disciplina del segreto, introdotta dalla legge 124 del 2007, prevede dei limiti all'esercizio di questa prerogativa: il segreto non può mai riguardare fatti eversivi dell’ordine costituzionale, fatti di terrorismo, delitti di strage, associazione a delinquere di stampo mafioso e scambio elettorale di stampo politico-mafioso. Il Presidente del Consiglio deve comunicare i casi di conferma del segreto al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Il Copasir può chiedere al premier di esporre in una seduta segreta gli elementi idonei per esaminare nel merito le ragioni della conferma. Se il Comitato ritiene infondata l’opposizione, riferisce a Camera e Senato per le conseguenti valutazioni. Il segreto di Stato ha dei limiti temporali: 15 anni prorogabili di ulteriori 15. Nel caso in cui l’opposizione del segreto determini un contrasto con l’Autorità giudiziaria a decidere è la Corte Costituzionale, organo nei cui confronti non può essere opposto il segreto di Stato.
I CASI NOTI. Nell'estate del '64 in Italia avviene un primo tentativo di golpe guidato dal generale dei carabinieri, e già capo del Sifar, Giovanni De Lorenzo. È il cosiddetto "Piano Solo". Perché solo l’Arma dei carabinieri avrebbe dovuto rovesciare il governo con un piano che prevedeva l'arresto e la deportazione in una base segreta in Sardegna di 731 tra politici, intellettuali, giornalisti e sindacalisti «pericolosi per l'ordine pubblico». La documentazione sul Piano Solo è ancora oggi coperta dal segreto di Stato. Gli omissis riguardano anche la strage del treno Italicus del 4 agosto 1974 (12 vittime). Il governo vi ha apposto il segreto due volte, nel 1982 e nel 1985. Il primo a negare alla magistratura l’accesso all'identità di alcune fonti del Sismi fu l'allora presidente del Consiglio Giovanni Spadolini, segreto poi confermato anche da Bettino Craxi. Sono top secret anche i particolari del secondo tentato golpe che, sempre nel '74, chiamò in causa Edgardo Sogno, agente dei Servizi emembro della P2. È il controverso "Golpe bianco" e anche in questo caso due premier, Aldo Moro e Giulio Andreotti, opposero il segreto di Stato alle inchieste giudiziarie. Nell'autunno del '79 scoppia il caso Eni-Petromin con la maxi tangente pagata dall'Eni per aggiudicarsi un contratto petrolifero da una società saudita. Il governo avallò il pagamento e nella vicenda è di nuovo coinvolto il Sismi. Il primo ad apporre il segreto è Francesco Cossiga, poi confermato nel 1982 anche da Spadolini. A settembre del 1980 scompaiono in Libano due giornalisti italiani, Italo Toni e Graziella De Palo, nel caso è coinvolto un ufficiale del Sismi, Craxi avallerà il segreto di Stato quattro anni dopo. Nel 2009 il Copasir ha permesso ai familiari e ai legali dei due giornalisti di prendere visione di una parte di documenti non più classificata essendo trascorsi 30 anni. Nel 1985 il terrorista nero Augusto Cauchi fa perdere le sue tracce grazie alla copertura del Sid, Craxi appone il segreto lo stesso anno. Sempre nel 1985 Craxi apporrà il segreto su una fornitura di armi alle Brigate rosse da parte dell’Olp, vicenda in cui risulterà ancora coinvolto il Sismi. Nel 1988 Ciriaco De Mita appone il segreto fermando le indagini su "Argo 16", l’aereo del Sid precipitato nel '73 a Porto Marghera. Nel '91 due dipendenti dell'Olivetti tentato di vendere a un agente del Kgb un documento della Nato su un sistema di protezione delle comunicazioni. Andreotti appone il segreto. Nel '97 il Sisde intercetta le telefonate di un cittadino spagnolo, considerato l’anello di congiunzione tra l'Eta e l'estrema sinistra italiana, Prodi apporrà il segreto. Nel 2001 il premier Berlusconi bolla come segreto un dossier trasmesso dall'intelligence americana su al-Qaida e gli attentati dell’11 settembre. Siamo al 2003 e al sequestro dell'Imam Abu Omar, è coinvolta la Cia e il Sismi e tre governi confermeranno il segreto di Stato.
L’ACCESSO NEGATO. Nel 2011 il giornalista del Sole 24 ore, Claudio Gatti, inoltra al governo 13 diverse richieste (dalla strage di Ustica al ruolo di Ordine Nuovo) in cui chiede, in base alla nuova normativa, «di avere accesso alle informazioni, ai documenti, agli atti, alle attività, alle cose e ai luoghi» non più coperti dal segreto di Stato. Gatti nelle sue istanze non fa altro che appellarsi alla legge 124 del 2007: «Decorsi quindici anni dall'apposizione del segreto di Stato o, in mancanza di questa, dalla sua opposizione confermata ai sensi dell’articolo 202 del codice di procedura penale, come sostituito dall'articolo 40 della presente legge, chiunque vi abbia interesse può richiedere al Presidente del Consiglio dei ministri di avere accesso alle informazioni». Chiunque, perciò anche un giornalista. Non è così. Il Dis le boccia tutte negandogli l’accesso agli archivi. Gatti non si arrende e presenta un ricorso al Tar del Lazio che sarà respinto il 24 giugno 2011 definendo la sua richiesta troppo vaga e «meramente esplorativa». Il Tar, scrive l’inviato del Sole 24 Ore in un articolo che racconta la sua avventura burocratica, «è come se avesse determinato che per chiedere un documento segreto (e in quanto tale sconosciuto al richiedente) occorre fornirne data e numero di protocollo».

di Fabrizio Colarieti per Il Punto, 15 febbraio 2013 - [pdf]

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