“La tesi della responsabilità ‘degli italiani’ nel duplice omicidio – scrive ancora il sostituto Ceniccola – fu più volte prospettata e indagata nel corso degli anni ed è sempre risultata priva di concretezza, come anche la responsabilità di Giancarlo Marocchino, il quale, addirittura, ha ottenuto un risarcimento per i danni subiti dalla diffusione di notizie diffamatorie. Fermo restando – aggiunge la procura – che l’ipotesi della responsabilità ‘italiana’ va circoscritta al mandato a commettere l’omicidio poiché non è mai emerso alcun dubbio sulla esecuzione materiale da parte di un commando di cittadini somali”.
Fnsi, Ordine dei giornalisti ed Usigrai, che si erano costituiti parte civile, hanno annunciato che impugneranno la richiesta di archiviazione. “Non possiamo certo accettare la ‘buona approssimazione’ – ha commentato l’avvocato Giulio Vasaturo -, per riprendere la singolare espressione dello stesso pubblico ministero, con cui l’accertato occultamento, per ben cinque anni, di fondamentali atti di indagine presso un archivio giudiziario è stato ridotto ad una mera ‘svista’ e ad una banale ‘fatalità'”.
“E’ inaccettabile – ha concluso il legale di Fnsi, Ordine dei giornalisti ed Usigrai – che i servizi segreti si rifiutino di indicare, a venticinque anni dall’omicidio di Ilaria e Miran, le generalità di una fonte che per il giudice, oltre che per noi, può rivelarsi determinante per risalire alla verità. E’ sconcertante il rilievo secondo il quale tale fonte va nascosta all’autorità giudiziaria perché è stato impossibile per l’Aisi acquisirne il consenso, ai fini della collaborazione con la giustizia italiana. Cotanta premura, assolutamente irrituale nel nostro ordinamento, è l’ennesima anomalia di un’inchiesta che sembra amplificare e non certo illuminare i suoi punti oscuri”.
di Fabrizio Colarieti per La Notizia [link originale]