Né la Procura di Siena, sostiene ancora la famiglia, ha mai indagato sul possibile inquinamento delle prove riguardante lo spostamento di alcuni oggetti all’interno della stanza di Rossi, prima dell’arrivo della polizia scientifica. Altri dubbi riguardano il mancato esame istologico delle diverse ferite presenti sul corpo dell’ex capo della comunicazione, incompatibili con l’ipotesi del suicidio secondo i consulenti della famiglia, e la distruzione di alcuni fazzoletti sporchi di sangue trovati in un cestino dell’ufficio e mai analizzati.
L’inchiesta de Le Iene è partita dopo la seconda archiviazione dell’indagine giudiziaria, avvenuta il 4 luglio 2017, con la conclusione che si trattò di un suicidio, anche di fronte ai tanti punti ancora oggi oscuri e alla strana sensazione dei familiari di David Rossi che non tutte le iniziative investigative possibili fossero state adottate. Nella vicenda è entrato, grazie a Le Iene, anche un gigolò, intervistato da Monteleone e poi individuato dalla Procura di Genova (che oggi indaga sul caso Rossi), che secondo indiscrezioni avrebbe confermato, anche ai magistrati, il suo coinvolgimento in alcuni festini a cui avrebbero partecipato soggetti molto in vista a Siena.
“Stiamo predisponendo – spiega a La Notizia l’avvocato della famiglia Rossi, Carmelo Miceli – una richiesta di riapertura delle indagini. Di certo si può dire che c’è una prima indagine, che è stata fatta a dir poco male, nella quale e a causa della quale sono state compromesse una serie di prove. E una seconda, che si è conclusa con un’archiviazione, incentrata su una richiesta pedissequamente fondata su una superperizia, che riguarda, ad esempio, la natura delle lesioni e la velocità di caduta del corpo, a mio avviso lacunosa e che merita di essere rivista. Ci sono alcune anomalie, oggetti che mancano e poi ricompaiono, personaggi che entrano ed escono dalla scena. Sono certo – conclude il legale – che alcune cose si possono ancora fare. Non credo alla versione del suicidio. Chiediamo semplicemente che il procuratore Vitello possa fare quello che ha detto alla moglie di Rossi, cioè garantire, ove ci fossero errori o aspetti da approfondire, la riapertura dell’inchiesta”.
di Fabrizio Colarieti per La Notizia [link originale]