Vai al contenuto

Kim Jong-unGli ingredienti della perfetta spy story ci sono tutti. L’intricata vicenda della figlia dell’ex ambasciatore reggente della Corea del Nord a Roma, Jo Song-gil, prelevata nella Capitale “con la forza” da agenti segreti di Pyongyang per essere riportata nel suo Paese, ha le carte in regola per innescare un incidente diplomatico e politico. La 17enne, secondo l’ex numero due dell’ambasciata nordcoreana a Londra, Thae Yong-ho, dissidente come il padre della ragazza e rifugiatosi dal 2016 a Seul con la sua famiglia, sarebbe stata prelevata a Roma da un team di agenti speciali su ordine del dittatore Kim Jong-un poco prima di riunirsi con i suoi genitori che avevano già lasciato l’Italia.
L’azione, di cui non si conoscono altri dettagli, sarebbe avvenuta a novembre, cioè nei giorni in cui il padre della giovane liceale, che era in servizio alla missione diplomatica nordcoreana di Roma dal 2015, avrebbe disertato e chiesto asilo in un “imprecisato Paese occidentale”. Una scelta di cui si era già parlato, il 3 gennaio scorso, quando fonti citate dall’Ansa avevano riferito che in realtà il diplomatico non aveva lasciato l’Italia ma si era rivolto alle autorità di Roma per chiedere asilo e protezione. Della ragazza ora si sta occupando la Farnesina, la nostra Intelligence e il Copasir, anche se l’intera vicenda è trattata con molta cautela. ...continua a leggere "Il caso della studentessa nordcoreana rimpatriata con la forza a Pyongyang"

Ilaria AlpiLa Procura di Roma, come annunciato nei giorni scorsi, ha chiesto l’archiviazione dell’ultima inchiesta che era stata aperta per fare luce, a venticinque anni di distanza dai fatti, sull’omicidio della giornalista del Tg3 Ilaria Alpi e del suo operatore, Miran Hrovatin, avvenuto il 20 marzo 1994 a Mogadiscio. Le indagini erano state riaperte lo scorso anno quando il gip Andrea Fanelli, accogliendo un’istanza dei legali della famiglia Alpi, aveva disposto ulteriori accertamenti sulla trascrizione di un’intercettazione telefonica tra due cittadini somali, nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Firenze, in cui si faceva chiaro riferimento all’omicidio Alpi-Hrovatin (“è stata uccisa dagli italiani”). Per la pm Elisabetta Ceniccola, che insieme al procuratore capo Giuseppe Pignatone ha firmato la richiesta di archiviazione, si sono “rivelati privi di consistenza gli elementi pervenuti che apparivano idonei, se non all’identificazione degli autori materiali ovvero dei mandanti dell’omicidio, almeno ad avvalorare la tesi più accreditata del movente che ha portato al gesto efferato o ad esplorare l’ipotesi del depistaggio”. La Procura afferma, inoltre, che “mai è emerso il sospetto che ‘italiani’ avessero eseguito materialmente l’omicidio” così come l’assenza di nostri militari nella zona di Mogadiscio dove avvenne l’agguato costituisce “un dato incontrovertibilmente pacifico e già accertato in tutti i suoi particolari dalla Commissione Parlamentare d’inchiesta, che provvide ad ascoltare gli ufficiali che ne erano al comando”. ...continua a leggere "L’ennesima resa della Procura di Roma sul caso Alpi"

Padre Paolo Dall’Oglio potrebbe essere ancora vivo e potrebbe trovarsi ancora in Siria, ad al-Raqqa, proprio dove il 29 luglio 2013 fu rapito. A riaccendere le speranze sulle sorti del 64enne sacerdote gesuita, finito nelle mani dello Stato islamico per il suo impegno nel favorire il dialogo islamo-cristiano, è un articolo del Times che rivela i contorni di una trattativa – tutta da provare – tra l’Isis e le forze curdo-arabe sostenute dagli Stati Uniti.
Emissari di Daesh avrebbero offerto la liberazione di tre ostaggi in cambio di un passaggio sicuro per sfuggire all’annientamento in una delle ultime sacche di territorio, quella tra l’Eufrate e il confine iracheno, ancora sotto il controllo dei miliziani di al-Baghdadi. Secondo le fonti citate dal quotidiano britannico, oltre a Dall’Oglio, lo Stato islamico avrebbe offerto la liberazione del giornalista e fotoreporter inglese, John Cantlie, e di un’infermiera della Croce Rossa neozelandese.
Le forze curdo-siriane che guidano l’offensiva contro l’Isis nel sud-est della Siria, poche ore dopo l’uscita del Times, hanno smentito all’Ansa, che cita come fonte il portavoce delle Forze democratiche siriane (Sdf) Mustafa Ali, di essere a conoscenza dell’esistenza in vita del gesuita italiano e della sua permanenza come ostaggio nell’area ancora sotto il controllo dei jihadisti. ...continua a leggere "Padre Dall’Oglio potrebbe essere vivo. Il Times rivela che l’Isis sta trattando lo scambio di tre sequestrati"

Venticinque anni dopo la verità sull’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin è ancora lontana. La Procura di Roma ha, infatti, formalizzato una nuova richiesta di archiviazione dell’ultima inchiesta aperta per tentare di fare luce sui misteri dell’assassinio della giornalista del Tg3 e del suo operatore, avvenuto il 20 marzo 1994 a Mogadiscio. Le indagini erano state riaperte lo scorso anno quando il gip di Piazzale Clodio, Andrea Fanelli, accogliendo un’istanza dei legali della famiglia Alpi, aveva disposto ulteriori accertamenti dai quali, però, non sarebbero emersi elementi utili per proseguire le indagini. “La decisione del Procura di chiedere una nuova archiviazione non è certo un fulmine a ciel sereno. E’ una decisione che dispiace, ma attendiamo di leggere il provvedimento per una analisi più approfondita”, ha commentato l’avvocato Giovanni D’Amati, uno dei legali dei familiari della giornalista.
La riapertura delle indagini doveva stabilire il movente e l’autore dell’assassinio, ancora oggi ignoto. In particolare il gip aveva disposto accertamenti sulla trascrizione di un’intercettazione telefonica tra due cittadini somali, nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Firenze, in cui si faceva chiaro riferimento all’omicidio Alpi-Hrovatin. ...continua a leggere "Venticinque anni dopo la verità sull’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin è ancora lontana"