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strasburgoGridava Allah Akbar, imbracciava un fucile automatico e mirava alla testa. E’ quello che si sa di Chérif Chekatt, il 29enne di origini nordafricane, nato e vissuto nel cuore dell’Europa, che martedì sera, prima di dileguarsi nel nulla, ha aperto il fuoco ai mercatini di Natale di Strasburgo uccidendo 3 persone (un turista thailandese, un francese e un turco) e ferendone altre 13. Tra loro un giornalista italiano che ora lotta tra la vita e la morte. Poi avrebbe preso un taxi e forse avrebbe lasciato il paese, diretto in Germania, senza passare per la sua abitazione, nel quartiere di Neudorf, vicino al centro di Strasburgo, dove solo poche ore prima la polizia lo aveva cercato, per l’ennesima volta, trovando al suo posto documenti, armi e munizioni. Chekatt era tutt’altro che sconosciuto alle autorità francesi, sia come criminale comune (è stato condannato 27 volte) sia come soggetto “radicalizzato”, cioè schedato con Fiche S, che nel gergo dell’antiterrorismo vuol dire pericoloso per la sicurezza nazionale. Il suo nome, fin dal 2016, era inserito nell’elenco Fsprt che scheda i soggetti radicalizzati e da tenere sotto stretta sorveglianza. Una scheggia impazzita che ha maturato odio per l’Occidente durante le detenzioni, molto prima di decidere di attaccare la Francia e l’Europa, portando a termine un’azione perfetta e meditata, nonostante il killer nella fuga sia rimasto ferito e sia più volte sfuggito per un soffio alla cattura. ...continua a leggere "Caccia all’uomo a Strasburgo. L’autore dell’attentato ai mercatini di Natale è ancora ricercato"

La Corte Cassazione, con una sentenza emessa oggi, ha confermato il diritto dell’allora compagnia aerea Itavia, oggi in amministrazione straordinaria, ad essere risarcita dallo Stato perché il suo dissesto finanziario avvenne in seguito al disastro di Ustica del 27 giugno 1980, quando un suo Dc-9, mentre era in volo da Bologna a Palermo, precipitò nel Tirreno con 81 persone a bordo. Una vicenda ancora oggi oggetto di indagini, anche da parte della Procura di Roma. E i 265 milioni di euro di risarcimento stabiliti in appello dal Tribunale civile di Roma potrebbero non bastare. La Suprema corte ha, infatti, da un lato respinto i ricorsi dei ministeri della Difesa e dei Trasporti, e dall’altro accolto quello della società, che chiede ulteriori danni perché dopo uno stop di sei mesi fu costretta alla cessazione definitiva dell’attività per insolvenza. La Cassazione, che già in passato si era pronunciata sul caso Ustica nell’ambito di altri procedimenti civili intentati dai familiari delle vittime, ha di nuovo convalidato le conclusioni a cui arrivò nel 1999 l’istruttoria condotta dal giudice Rosario Priore ritenendo “più probabile” che il disastro sia conseguenza del “lancio di un missile” che per errore colpì l’aereo civile italiano. I due ministeri, per questo, sono stati condannati a risarcire l’Itavia – così come anche i familiari delle vittime in altri procedimenti civili già conclusi – per non aver assicurato adeguate condizioni di sicurezza e di sorveglianza lungo l’aerovia percorsa quella notte dall’aereo. ...continua a leggere "Strage di Ustica, la Cassazione conferma che lo Stato dovrà risarcire l’Itavia"

La nave Aquarius di Medici senza Frontiere è stata sequestrata, nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Catania, perché avrebbe scaricato nei porti italiani 24 tonnellate di rifiuti pericolosi a rischio infettivo, sanitari e non, in maniera indifferenziata, come se fossero rifiuti urbani. L’accusa riguarda la Ong Medici senza Frontiere e due agenti marittimi e ha fatto scattare il sequestro preventivo della nave, che attualmente si trova nel porto di Marsiglia, e di 460 mila euro. Secondo l’accusa i soggetti coinvolti (24 in totale), a vario titolo, avrebbero “sistematicamente condiviso, pianificato ed eseguito un progetto di illegale smaltimento di un ingente quantitativo di rifiuti pericolosi a rischio infettivo, sanitari e non, derivanti dalle attività di soccorso dei migranti a bordo della Vos Prudence e dell’Aquarius e conferiti in modo indifferenziato, unitamente ai rifiuti solidi urbani”. Tra i rifiuti scaricati in 11 porti (Trapani, Pozzallo, Augusta, Catania, Messina, Vibo Valentia, Reggio Calabria, Corigliano Calabro, Napoli, Salerno in Campania, Brindisi) la Procura indica “gli indumenti contaminati indossati dagli extracomunitari”, gli scarti alimentari e i rifiuti sanitari infettivi utilizzati a bordo per l’assistenza medica. ...continua a leggere "Sequestrata la nave Aquarius. Avrebbe scaricato nei porti italiani 24 tonnellate di rifiuti pericolosi"

La rete informatica in uso al ministero della Giustizia, ma anche quelle di altre realtà pubbliche e private, ha subìto nei giorni scorsi un pesante attacco informatico che ha esposto i dati sensibili di oltre trentamila domini e mezzo milione di caselle di posta elettronica, di cui 98mila in uso ad enti pubblici. La conferma è arrivata da parte del vicedirettore generale per la cyber sicurezza del Dis, Roberto Baldoni. Il Dipartimento di Palazzo Chigi, che sovrintende all’attività delle agenzie di intelligence, ha confermato l’episodio, avvenuto tra il 10 e il 12 novembre, che ha imposto, per diverse ore, anche il blocco precauzionale delle caselle di posta elettronica certificata dei magistrati e delle attività telematiche di tutti i tribunali. Al momento la situazione “risulta sotto controllo”, hanno spiegato da Palazzo Chigi al termine del vertice tecnico convocato su disposizione del presidente del consiglio Giuseppe Conte, anche se non è ancora chiaro quale fosse l’obiettivo degli hacker. Non erano certamente italiani e, secondo quanto ha riferito Baldoni, avrebbero agito in modo “non estremamente raffinato”. Le prime avvisaglie di un possibile attacco - su cui ora indagano gli esperti della Polizia delle comunicazioni - c’erano state già il 10 novembre imponendo un congelamento precauzionale dei servizi che, tuttavia, non ha evitato la compromissione di oltre trentamila domini e di circa 500mila caselle di posta. ...continua a leggere "Italia sotto attacco hacker. A rischio più di 500mila email"