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I bollettini di vigilanza meteorologica lo avevano annunciato. La neve è arrivata a imbiancare l'alto Reatino e, in particolare, le zone colpite dal sisma del 24 agosto 2016. Dalla scorsa notte intense nevicate hanno coperto i villaggi di Sae allestiti nei comuni di Amatrice e Accumoli e nelle loro frazioni per ospitare gli sfollati del sisma. Imbiancate anche le principali arterie che collegano l'area del cratere con il capoluogo, le Marche e l'Abruzzo. Ad Amatrice e Accumoli sono caduti circa 10 centimetri di neve, ma poche le segnalazioni di disagi e limitate solo alla viabilità e alla presenza di neve e ghiaccio lungo le strade. Il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, in mattinata sulla sua pagina Facebook, aveva lamentato che i suoi operai si erano rifiutati di rimuovere la neve nei villaggi Sae, protesta poi rientrata. "Non avrei mai voluto scrivere queste cose, mai", ha scritto nel post il primo cittadino di Amatrice, poi aggiungendo: "pensavo che il Terremoto avesse insegnato a tutti noi che la solidarietà e la fratellanza sarebbero diventate il nostro pane quotidiano ed invece scopro che alcuni nostri operai si sono rifiutati stamane di intervenire con le miniturbine (donate dagli italiani) per pulire le aree Sae". Secondo quanto ha scritto Pirozzi mancava "l'ordine di servizio del caposettore", questa la motivazione ufficiale. ...continua a leggere "Torna la neve nelle zone del terremoto"

Dovranno rispondere di truffa e falso le circa 120 persone che all’indomani del terremoto dello scorso anno, pur non avendo i requisiti necessari, hanno ottenuto e percepito mensilmente il Contributo di autonoma sistemazione (Cas) adottato dalla Protezione civile per fare fronte all’emergenza abitativa. Ne aveva il sacrosanto diritto chi risiedeva nel cratere (inteso come «zona rossa») e aveva perso la casa, in alternativa allamomentanea sistemazione in albergo e in attesa delle Sae, ma, alla fine, oltre ai veri terremotati, sono saltati fuori anche un gran numero di «furbetti del contributo». Che, secondo quanto hanno ricostruito gli inquirenti in questi mesi, avrebbero indebitamento incassato, mensilmente, l’indennità che va, a seconda del numero di componenti del nucleo familiare, da unminimo di 400 a un massimo di 900 euro, 1.100 se in famiglia c’è un disabile, un invalido o una persone con più di 65 anni. A scovarli, incrociando i dati forniti anche dai comuni di Amatrice e Accumoli, sono stati i carabinieri del Comando provinciale di Rieti su delega della procura della Repubblica. Si tratta, ha spiegato il procuratore capo Giuseppe Saieva, di «contributi non dovuti» e da qui le ipotesi di reato di truffa e falso contestate ai primi 120 indagati. A far scattare le verifiche, avviate qualche mese fa, è stato un numero sospetto di cambi di residenza, in particolare dalla Capitale verso Amatrice, subito dopo il terremoto dell’agosto dello scorso anno. ...continua a leggere "I furbetti del sisma: residenze fasulle per avere il contributo"

Per tre crolli, due ad Amatrice e uno ad Accumoli, che la notte del terremoto del 24 agosto dello scorso anno causarono complessivamente la morte di 23 persone, la Procura di Rieti si appresta a depositare due richieste di rinvio a giudizio nei confronti di 12 indagati. A confermarlo è stato il procuratore capo di Rieti, Giuseppe Saieva, sottolineando che c'è "la colpa dell'uomo" dietro i crolli della vela campanaria di Accumoli, che investì la casa della famiglia Tuccio, uccidendo madre, padre e due bambini, e quelli delle due palazzine di edilizia popolare di piazza Augusto Sagnotti ad Amatrice, dove persero la vita 19 persone. Nel caso di Accumoli gli indagati sono 7 tra tecnici della Curia di Rieti e amministratori, compreso l'attuale sindaco Stefano Petrucci. Quella vela, hanno accertato gli inquirenti e il consulente tecnico della procura, non doveva crollare sfondando il tetto dell'alloggio di proprietà del Comune di Accumoli dove abitavano, in affitto, Andrea Tuccio, sua moglie Graziella e i loro due bambini, Stefano di 8 anni e Riccardo di 8 mesi. Già all'indomani del terremoto dell'Aquila il campanile aveva mostrato segni di cedimento ma i successivi lavori, ordinati dalla Curia, di fatto non la misero in sicurezza. Saieva parla di responsabilità evidenti. "È emerso - ha spiegato il procuratore - l'uso di materiali scadenti e tecniche costruttive inadeguate. ...continua a leggere "Terremoto: 12 richieste di rinvio a giudizio per i crolli di Accumoli e Amatrice"

Chi c’era, chi l’ha sentito, e poi ha potuto raccontarlo, ricorda che l’urlo della terra arrivava da sotto i piedi, come se fosse a pochi centimetri. Una folata di vento, un fruscio, poi due boati insieme, in fila. Un attimo dopo, erano le 3 e 36 di un anno fa, non c’era più nulla. Tutto era schizzato in aria. E poi, giù, a terra. Chi c’era, e ha avuto il tempo di mettersi in salvo, ricorda che il terremoto, per lasciare il suo segno indelebile lungo la Valle del Tronto, da Accumoli fino ad Amatrice, ha impiegato oltre venti secondi, prima piano e poi forte. Un tempo, inciso in pochi centimetri di tracciato, che è sembrato infinito. La ferita più lunga, la più dolorosa da mandare giù e da rimarginare, la scossa di mercoledì 24 agosto l’ha lasciata lungo Corso Umberto. In un attimo, quella che era la strada principale di Amatrice, si è trasformata in un campo di battaglia. «Immagini simili le abbiamo viste solo ad Aleppo, ma lì c’era la guerra», racconterà, poche ore dopo, uno dei mille soccorritori accorsi al capezzale di Amatrice. Le case, fatte male, fatte di sassi e tetti pesanti, sono venute giù, inginocchiate su se stesse, come i lembi di una scatola di cartone. E quando il sole ha illuminato tutto, quella strada, che prima era larga, non c’era più. Chi è entrato per primo in Corso Umberto ricorda l’odore di gas, la polvere che graffiava la gola e irritava le pupille, il silenzio surreale e poi le urla dei sopravvissuti. C’erano solo gli amatriciani che aiutavano gli amatriciani. ...continua a leggere "L’urlo della terra arriva da sotto i piedi"