Stazionano all'esterno dei grandi scali ferroviari, negli aeroporti, nelle stazioni della metropolitana e nei centri storici delle maggiori città italiane. I corpi speciali non sono più invisibili ed è ormai frequente notare le teste di cuoio del Nucleo operativo centrale di sicurezza (Nocs) della polizia e del Gruppo di intervento speciale (Gis) dei carabinieri all'esterno di obiettivi ritenuti altamente sensibili.
Indossano giubbotti antiproiettile in grado di reggere i colpi di un kalashnikov, hanno micro camere bodycam, sistemi di puntamento laser, armi lunghe e prodotti dell'azienda tedesca Heckler & Koch (H&K), pistole Glock (semi automatiche) e il mefisto pronto a essere calato sul volto. Si muovono a bordo di Suv blindati in 20 città e sono maggiormente presenti a Roma, Milano, Torino, Lecce e Venezia e in tre grandi scali aeroportuali (Fiumicino, Malpensa e Venezia). Ad affiancarli ci sono le neonate squadre speciali antiterrorismo costituite dopo l'attacco a Charlie Hebdo del 7 gennaio 2015 e pronte a intervenire in caso di emergenze: sono le unità operative di primo intervento (Uopi) della polizia di Stato, le aliquote di primo intervento (Api) e le squadre operative di soccorso (Sos) dei carabinieri. Dopo la strage di Nizza, i team degli specialisti sono in stato di massima allerta.
Il capo della polizia Franco Gabrielli ha spiegato che «si tratta di un ulteriore potenziamento del livello di sicurezza per rispondere in modo più adeguato a una minaccia diffusa e indiscriminata». ...continua a leggere "Le teste di cuoio non sono più invisibili"
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Anti-terrorismo, l’Italia studia una super intelligence
Gli ultimi attentati e il crescendo di paura dagli Stati Uniti alla Cina richiedono uno sforzo sempre maggiore sul fronte della prevenzione. Il Giubileo, iniziato l’8 dicembre a Roma, mette alla prova i sistemi di sicurezza italiani, dalle forze dell’ordine all’intelligence. E il 17 dicembre sono arrivate anche le minacce - con una lettera scritta in arabo recapitata al dicastero - al ministro della Giustizia Andrea Orlando.
Forse è arrivato il momento anche di creare una struttura investigativa ad hoc che si occupi di anti-terrorismo. Una super procura esiste: è nata ampliando i poteri della Direzione nazionale antimafia (Dna) guidata da Franco Roberti, che da febbraio 2015 ha ricevuto, con un decreto legge, anche le competenze aggiuntive in materia di coordinamento del contrasto al terrorismo, estese anche a tutte le Direzioni distrettuali antimafia (Dda). Ma manca un braccio operativo.
Attualmente le competenze in materia di anti-terrorismo già ci sono, però sono frammentate tra vari reparti investigativi. Il Ros dell’Arma dei carabinieri e lo Sco della polizia di Stato sono le due élite in prima fila nelle indagini contro il terrorismo, insieme alle Digos, alle divisioni della vecchia polizia politica attive in tutte le questure e ai nuclei informativi dell’Arma presenti in tutti i comandi territoriali. Poi ci sono le due agenzie di intelligence, Aise e Aisi, coordinate dal Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis), che si occupano di analisi e prevenzione delle minacce.
La ricetta giusta secondo l’ex investigatore Michele Giuttari - già capo della squadra mobile di Firenze, per anni in prima linea contro la mafia e poi a capo del Gruppo investigativo delitti seriali che lo vide indagare anche sui crimini del Mostro Pietro Pacciani - è creare una nuova struttura interforze. ...continua a leggere "Anti-terrorismo, l’Italia studia una super intelligence"
Terrorismo, massima allerta nella capitale: centinaia gli obiettivi sensibili, così è stata blindata Roma
Non erano ancora trascorse ventiquattr’ore dagli attentati di Parigi quando, il 14 novembre scorso, il questore di Roma Nicolò D’Angelo ha messo la sua firma in calce all’ordinanza che ha intensificato le misure di sicurezza su tutta la capitale. Un provvedimento adottato subito dopo l’escalation della minaccia terroristica internazionale che ha reso “imprescindibile attivare con effetto immediato il massimo livello di allerta” per tutte le attività “di controllo e vigilanza preventiva”. La lista degli obiettivi sensibili da tutelare è lunga. Si va dalle sedi di governo a quelle vaticane, dalle chiese alle sinagoghe. Fino alle rappresentanze diplomatiche dei Paesi ritenuti più a rischio. Luoghi, principalmente, ma anche personalità. Tra le quali spiccano alcune delle massime autorità delle istituzioni politiche e bancarie dell’Unione europea. E perfino ex presidenti del Consiglio, ministri in carica e componenti di precedenti esecutivi. Con un dispiegamento di uomini e mezzi su vasta scala per sorvegliare una città che, con i suoi 1.287 chilometri quadrati e quasi tre milioni di residenti, è tra le più estese e popolose di tutta l’Unione europea. Con presidi molto spesso visibili, come nei casi delle postazioni fisse alle fermate delle metropolitane. O del tutto impercettibili, quando si tratta di svolgere attività informativa. ...continua a leggere "Terrorismo, massima allerta nella capitale: centinaia gli obiettivi sensibili, così è stata blindata Roma"
Giubileo, i servizi italiani aumentano fondi e infiltrati
C'è un piano che da mesi, in vista del Giubileo, si sta mettendo a punto ai vertici dei servizi segreti italiani. Ed è diventato di stretta attualità dopo le stragi di Parigi. «Si ritorna alla human intelligence (Humint, ndr), il fattore umano. Più agenti sul territorio, come si fece per fermare le Brigate rosse, e potenziamento dei fondi per le fonti e gli infiltrati». Una fonte qualificata della sicurezza nazionale spiega a Lettera43.it che l'obiettivo è «mettere al riparo il nostro Paese da attacchi terroristi».
L'allerta è massima, nessuno si può considerare al riparo dal pericolo. Lo hanno confermato gli americani del Fbi, inviando una documento in cui sono indicati come possibili obiettivi dei terroristi San Pietro a Roma, il Duomo e la Scala a Milano.
Alle autorità italiane sono stati segnalati anche cinque nominativi sospetti su cui svolgere approfondimenti investigativi. Si tratterebbe di nomi arabi. Anche la procura di Milano ha contribuito a tenere alta l'attenzione, dicendo che Maria Giulia 'Fatima' Sergio, la foreign fighter italiana che si trova in Siria ed è al centro di un'inchiesta, si sarebbe resa «disponibile all'esecuzione di qualsiasi azione richiesta dall'organizzazione dell'Isis, compreso il martirio». E il Califfato tramite il suo magazine ha minacciato Roma: «Chiediamo ad Allah di sostenere i mujaheddin contro gli agenti dei leader dell'idolatria e i crociati finché la bandiera nera non sarà issata su Istanbul e nella Città del Vaticano». ...continua a leggere "Giubileo, i servizi italiani aumentano fondi e infiltrati"