Ci sono voluti 50 anni e poi altri 21 per fare i conti con la storia e con i 695 fascicoli della vergogna che raccontano i crimini commessi in Italia, tra il 1943 e il 1945, durante l’occupazione nazifascista.
Quelle carte erano dentro un armadio, con le ante rivolte verso il muro, scoperto per caso, nel maggio del ’94, nella sede della procura militare di Roma di via degli Acquasparta, dentro una stanza, al piano terra, defilata e chiusa dietro un cancello di ferro.
Le stesse carte che, ha annunciato il presidente della Camera Laura Boldrini, tra qualche settimana saranno rese pubbliche e racconteranno, a chi non le ha mai viste, le peggiori atrocità compiute durante la Seconda guerra mondiale.
Si tratta di 280 fascicoli a carico di ignoti nazisti e fascisti, altri 415 a carico di militari italiani e tedeschi identificati. Complessivamente: 2.274 notizie di reato elencate in un registro alto 42 centimetri e largo 30.
Dentro quei fascicoli ci sono anche le informative, gli appunti riservati e le segnalazioni che sono servite, dal ‘96 in poi, a fare luce sull’eccidio di Sant'Anna di Stazzema (12 agosto 1944, 560 morti di cui 130 bambini), su quello delle Fosse Ardeatine (24 marzo 1944, 335 morti) e di Marzabotto (29 settembre - 5 ottobre 1944, 770 morti), di Coriza, di Lero, di Scarpanto, di Monchio e Cervarolo, la strage del Duomo di San Miniato di Pisa (22 luglio 1944, 55 morti) e sugli eccidi dell'alto Reno e di Capistrello.
Una parte consistente, ma purtroppo non tutte, delle oltre 400 stragi compiute dai tedeschi contro i civili italiani (15 mila le vittime) tra l'8 settembre del ‘43 e l'aprile del ‘45. ...continua a leggere "Armadio della Vergogna, le stragi nascoste del ’43-45"