Potrebbe esserci poco o quasi nulla di segretissimo, dietro le continue missioni dei droni americani sul Mar Nero e ai confini con la Russia. Per quanto se ne sa, almeno per ora, volano in modalità inoffensiva, orbitando per ore attorno al loro target, che oggi è l’Ucraina, ieri era l’Afghanistan, l’Iraq, la Siria. Ma come ha dimostrato l’incidente avvenuto martedì 14 marzo – quando un drone MQ-9 della Usaf, dopo aver incrociato due caccia SU-27 russi, si è inabissato nelle acque del Mar Nero – la loro presenza, secondo l’opinione di diversi analisti, è intenzionalmente provocatoria e volta a influenzare il comportamento del nemico.
Del resto, se fossero davvero missioni top secret – per la raccolta di dati (in gergo Sigint) o addirittura alla ricerca di obiettivi da annientare – le rotte dei droni americani non sarebbero, come avviene spesso, tracciabili semplicemente installando sul proprio smartphone l’app Flightradar24. Tracciare e seguire le missioni dei velivoli statunitensi senza pilota è diventato, infatti, il passatempo di molti amanti di questo settore.
Anche in Italia, dove, ultimamente, c’è molto da sbirciare, perché dalla base siciliana di Sigonella decollano ogni giorno droni, caccia e altri mezzi aerei Usa. È il caso degli ormai famigerati “Forte 10”, “Forte 11” e “Forte 12”, ...continua a leggere "Il drone finito nel Mar Nero era la solita provocazione di Washington"
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La Meloni arruola l’Esercito e promuove i sindaci generali
L’Italia, dopo Russia e Turchia, secondo uno studio di Truenumbers, è il terzo Stato più militarizzato al mondo, con 467,2 operatori ogni 10mila abitanti e quattro forze di polizia operanti sullo stesso territorio. Addirittura cinque prima della fusione Carabinieri-Forestale. Eppure c’è una proposta di legge in materia di sicurezza urbana, che ha come primo firmatario il deputato di FdI Alessio Butti, che suggerisce, insieme ad alcune modifiche ai codici penale e di procedura penale, l’attribuzione della qualifica di agenti di pubblica sicurezza anche agli operatori delle polizie locali. E perfino l’impiego di pattuglie dell’Esercito a bordo dei treni, a guardia delle stazioni ferroviarie e dei parchi.
Dell’Esercito, da tempo impiegato in assetto dual use per assicurare l’ordine e la sicurezza pubblica, si era parlato anche ieri a margine di un incontro tra il sottosegretario alla Difesa, Angelo Tofalo, e il capo di Stato maggiore dell’Esercito, il generale Salvatore Farina. Attualmente, infatti, i militari collaborano con le forze dell’ordine nell’ambito dell’operazione “Strade sicure” che vede settemila uomini impiegati nelle grandi città, anche in funzione antiterrorismo, nella Terra dei fuochi e nelle zone rosse dei comuni colpiti dal terremoto del 2016 e in quella di Genova dopo il crollo del ponte Morandi. ...continua a leggere "La Meloni arruola l’Esercito e promuove i sindaci generali"
Il Governo vuole arruolare un esercito di hacker
L’Italia in un prossimo futuro, neanche troppo lontano, potrebbe dotarsi di una forza armata cibernetica per stare al passo con i tempi, proteggere i propri confini nella rete e allo stesso tempo essere in grado di colpire. Di questo nuovo strumento, che si troverebbe ad operare in un teatro di guerra ibrido, ha parlato il sottosegretario alla Difesa, Angelo Tofalo, intervenendo al Cybertech 2018 di Leonardo.
La minaccia cibernetica, secondo l’esponente pentastellato, molto attivo sui temi della sicurezza e dell’intelligence, “è meno armata e più digitale, nata ancor prima del fenomeno del terrorismo internazionale con la creazione della prima rete internet”. “Oggi – ha aggiunto Tofalo – si inizia a percepirla più forte, pervasiva e sofisticata. Tuttavia seppur tanto se ne parla, è ancora poco quello che si fa per contrastarla”. Tofalo definisce il dominio cyber “come qualcosa di materiale perché ha una sua fisicità”. “Ci sono – ha aggiunto – i poco conosciuti cavi sottomarini intercontinentali che permettono il trasferimento dei dati ed il collegamento delle nazioni ad internet; gli Internet Exchange Point sparsi in Italia (uno dei più importanti è proprio a Roma) che sono dei grossi hub che permettono a tutti i provider, nazionali e internazionali, di ‘incontrarsi’ e collegarsi; i data center che contengono e gestiscono una quantità enorme di dati”. ...continua a leggere "Il Governo vuole arruolare un esercito di hacker"