Dfd è un acronimo, che di per sé non dice nulla. Nell’ambiente giudiziario, invece, in particolare nelle security delle compagnie telefoniche, queste tre lettere sono assai note.
È un apparecchio elettronico, che assomiglia a un server, acronimo di “Distributore fonia dati”. Dove c’è qualcuno che intercetta c’è sempre un Dfd a fare il suo lavoro. È il sistema che permette - tuttora - di trasferire le telefonate “bersaglio” di intercettazione da parte dell’autorità giudiziaria dalle centrali telefoniche alle procure.
Dopo il Dfd, a cascata, ci sono i registratori, cioè le apparecchiature installate nelle sale di ascolto dei tribunali. I Dfd sono prodotti dalla Urmet di Torino. La descrizione del loro funzionamento è in rete: «Costituisce la soluzione necessaria e sufficiente a trasferire al punto di ascolto di una intercettazione, oltre alla fonia, i dati di tracciamento che consistono essenzialmente nell’identificazione del numero telefonico chiamato, di quello chiamante oltre ad altri dati accessori». In sostanza quando la centrale rileva una chiamata, da e per il telefono “monitorato”, il Dfd la spedisce alla procura interessata. Tra le carte dell’inchiesta Telecom-Pirelli si parla molto dei distributori Urmet. ...continua a leggere "Ghioni: “Stilai un report sul rischio di accessi non autorizzati”"