L'Associazione nazionale magistrati guarda al futuro anticipando l’insieme di proposte «indifferibili» che sottoporrà, dopo il voto, all’attenzione del nuovo esecutivo. Dalla revisione delle circoscrizioni giudiziarie al processo civile telematico, passando per l’emergenza carceri, fino al tema, assai spinoso, del rapporto fra magistratura e politica. È il contenuto del documento di sedici pagine illustrato nei giorni scorsi dal presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli, che fornirà al nuovo governo l’incipit per avviare un possibile processo riformatore che restituisca efficacia, funzionalità e credibilità alla giustizia.
Presidente, la parola che ricorre maggiormente nel documento è «efficienza». È solo di questo che ha bisogno la giustizia?
«Dignità ed efficienza diciamo. Peraltro i due concetti sono collegati, perché la giustizia non può avere dignità se non è una giustizia efficiente. L’efficienza è il filo rosso che unisce un po’ tutte le nostre proposte, senza dimenticare che è una condizione strumentale alla tutela dei diritti. In fondo l’obiettivo, l’oggetto della giustizia, sono proprio i diritti, non è l’efficienza. Parliamo di un’istituzione pubblica, quindi non si tratta di realizzare un efficientismo ad ogni costo, ma di realizzare un’efficienza che consenta di tutelare i diritti al meglio, cosa che al momento francamente non avviene, né nel settore penale né in quello civile, per i ritardi e le ragioni che tutti conosciamo». ...continua a leggere "Giustizia giusta. Intervista a Rodolfo Sabelli"
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Giustizia a costo zero
AAA cercasi magistrati pronti a morire, anche di lavoro. A Santa Maria Capua Vetere, provincia di Gomorra, regno dei Casalesi, è stato pubblicato per due volte consecutive in un anno un bando per coprire 21 posti da magistrato, ma nessuno ha risposto. La pianta organica del Tribunale meno ambito d’Italia parla chiaro: in trincea dovrebbero esserci 94 toghe, ma ce sono solo 72, più il presidente. Negli ultimi sei anni 71 magistrati hanno chiesto di andare via, per l’eccessivo carico di lavoro, e ora il Csm pensa di tamponare l’emorragia – che rischia di paralizzare l’attività di sei sezioni penali in una terra dove si combatte la Camorra ogni giorno - inviando magistrati tirocinanti. Intanto 6 giudici e 2 sostituti procuratori hanno chiesto di essere trasferiti a Napoli, ma non ci stanno ad essere additati come fuggiaschi. Santa Maria Capua Vetere è l’emblema della “geografia giudiziaria”, classe 1861, che mette sullo stesso piano tribunali ormai inutili, ma a organico pieno, e altri sull’orlo del collasso, senza né mezzi né uomini e in prima linea in territori ad altissima densità criminale. Rispondendo alle domande de Il Punto, il giudice palermitano, Piergiorgio Morosini, segretario generale di Magistratura Democratica, la corrente progressista dell’Anm, lancia un appello: «Mettiamo attorno allo stesso tavolo i rappresentanti di politica, magistratura, avvocatura e pubblico impiego, per individuare le priorità alle quali dobbiamo dare necessariamente una risposta immediata».
Dottor Morosini, a Santa Maria Capua Vetere mancano all’appello 21 magistrati, il Csm sta provando a tamponare l’emorragia inviato “giudici ragazzini” per sostenere l’enorme carico di lavoro, siamo di fronte al collasso della giustizia che denunciate da anni?
«Direi che siamo di fronte a temi atavici della giustizia italiana, legati al fatto che la pianta organica dei tribunali e delle procure non è aggiornata rispetto alle esigenze che abbiamo in questo momento. Santa Maria Capua Vetere è una sede che si occupa di criminalità organizzata di stampo camorristico concepita in un’epoca in cui l’azione di contrasto nei confronti dei clan non era così incisiva, quindi, rispetto a questo problema, ci sono responsabilità anche da parte della politica». ...continua a leggere "Giustizia a costo zero"