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Giovanni SpadoliniRiguarderebbero anche il coinvolgimento del Mossad e dell’intelligence americana nel sequestro Moro i documenti acquisiti a Firenze, nella sede della Fondazione Giovanni Spadolini, dalla Commissione parlamentare d’inchiesta che indaga sul rapimento e l’omicidio dello statista democristiano.
Si tratta di appunti inediti, annotati su diversi block notes dallo stesso Spadolini nel corso di alcuni colloqui privati con l’ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga.
Gli appunti, che risalirebbero all’ottobre del ‘90, a quanto riferiscono fonti parlamentari, sono stati scoperti prima dell’estate dal magistrato Antonia Giammaria, consulente della stessa Commissione Fioroni, e conterrebbero importanti elementi sul contesto in cui si consumò la tragedia di Aldo Moro e sul possibile coinvolgimento dei servizi segreti israeliani e statunitensi.
Tutti gli appunti sono stati perciò acquisiti dalla Commissione e saranno digitalizzati e restituiti alla Fondazione Spadolini. La circostanza che i documenti in questione fossero custoditi all’interno di un armadio blindato, anziché tra i fondi dell’archivio personale di Spadolini, lascia intendere che il contenuto di quelle carte fosse stato in quale modo classificato o comunque soggetto a restrizioni, pare per un periodo di 50 anni. ...continua a leggere "Sequestro Moro, l’ombra di Mossad e Cia"

Nella homepage c’è un titolo generico: “Servizi per le comunicazioni”. E un motto in latino: Sutor ne supra crepite iudes, e cioè «che il ciabattino non giudichi più in su della scarpa». Sembra un invito a non parlare troppo quando non si hanno argomenti validi e, forse, basterebbe solo questo per capire che oltre quella “porta” c’è qualcosa di riservato. Sutor it è chiaramente un sito internet di copertura, registrato la prima volta nel 2001 e intestato a un dirigente di Wind Infostrada, che, stando a quanto emerge dai file sottratti a una società milanese hackerata il 6 luglio e finita nella bufera per via dei suoi spyware venduti a governi e intelligence di mezzo mondo - sarebbe in uso al contro-spionaggio militare italiano. Sono diversi, infatti, gli indirizzi di posta elettronica sutor it e le e mail finite nel pacchetto di 400 gigabyte di dati sottratti alla società e pubblicati da Wikileakes. In una di esse a scrivere è un “colonnello” e il tema sono le potenzialità intrusive dei software che la società proponeva alle agenzie di spionaggio e ai governi, anche di Paesi dichiaratamente ostili nei confronti della libertà di stampa. ...continua a leggere "Sutor, lo strano caso del sito web del contro-spionaggio militare"

Beech B300 Super King AirQuale sia la sua reale missione nel Nord Africa non è chiaro. Di certo chi lo pilota non vuole rimanere in incognito. È il caso dell’aereo spia americano che da alcune settimane staziona nell’isola di Pantelleria e all’aeroporto di Catania Fontanarossa, dove martedì 30 giugno è di nuovo atterrato alle 7.12 ora italiana.
La sua sigla è N351DY, è un bimotore a elica Beech B300 Super King Air e, a quanto se ne sa, è in affitto all’intelligence americana con compiti di sorveglianza elettronica. Il 29 giugno l’aereo è ricomparso a Pantelleria da dove è decollato intorno alle 15 raggiungendo in poco tempo la Tunisia. Ha sorvolato Sousse, dove tre giorni prima si era consumato il sanguinario attentato terroristico all’Hotel Riu Imperial. Poi ancora Bargou e Siliana, prima di scomparire dagli schermi radar, come testimonia il tracciato liberamente consultabile sul sito flightradar24.com. Stessa missione compiuta anche nei giorni scorsi, nei cieli di Hammamet, sulla regione di Kasserine, sulle catene montuose di Chaambi, Djebal Salloum e Foussena. Zone teatro da mesi di violenti scontri tra l’esercito tunisino e i gruppi armati riconducibili ai movimenti jihadisti, che secondo il magazine tunisino inkifada.com, che si è occupato dell’aereo spia, sarebbero il vero obiettivo delle missioni di intelligence compiute dagli Usa. ...continua a leggere "Pantelleria, il mistero dell’aereo spia americano"

Cavi-sottomarini-Sicilia-174x131Il primo colosso delle telecomunicazioni che ha lanciato il sasso nello stagno è stato Vodafone. La compagnia telefonica britannica, che opera in 29 paesi, in un dettagliato rapporto presentato il 6 giugno scorso, ha denunciato pubblicamente che le agenzie di intelligence spiano i suoi utenti, in particolare quelli europei. Un'uscita che ha sorpreso la comunità internazionale suscitando nuovi interrogativi sul tema della privacy e sull'invasività dei programmi governativi di sorveglianza elettronica.
In soldoni i metadati di Vodafone, ma anche di altre compagnie, cioè le informazioni principali che riguardano una conversazione telefonica o una connessione telematica (i numeri di telefono o gli IP di ciascun utente, l'ora, la durata, la posizione degli interlocutori), come si dice in gergo, sarebbero stati rastrellati o pettinati dalle sonde della National Security Agency americana e dal Government Communications Headquarters britannico.
Nulla di nuovo, perché già all'epoca delle rivelazioni dell'ex tecnico della Nsa, Edward Snowden, il mondo aveva appresso dell'esistenza di una serie di programmi di sorveglianza globale molto invasivi - come PrismTempora e Upstream - messi in campo dagli Usa e dal Regno Unito. Tecnologie che permettono di spiare attraverso la rete internet, ma anche prelevando i dati direttamente dai cavi sottomarini o dai transiti satellitari.
Anche l'Italia è finita nella rete di sorveglianza della Nsa, innanzitutto per la sua posizione strategica. Come ha rivelato l'Espresso, gli inglesi, in particolare, si sono concentrati molto sui cavi sottomarini in fibra ottica che convogliano oltre il 99 per cento delle comunicazioni intercontinentali (dalle telefonate agli accessi Internet) attraverso il Mediterraneo. Ed è noto che ogni conversazione tra Oriente e Occidente transita per una complessa ragnatela di 18 cable landing points che si trovano in Sicilia. ...continua a leggere "Perché i cable landing points italiani fanno gola all’intelligence americana e inglese"