In uno straordinario film del principe De Curtis, Totò Peppino e la malafemmina, l’ignorante Antonio Capone, contadinotto di un paese campano del primo dopoguerra, collocava Milano in Calabria. Oggi qualcuno potrebbe non dargli più torto. Il capoluogo lombardo e l’intera regione sembrano infatti diventate la sesta provincia della Calabria. Anzi, la quattordicesima circoscrizione di Reggio Calabria. A spulciare le ultime inchieste di ’ndrangheta condotte dalla magistratura meneghina, l’unica conclusione è questa: la più potente organizzazione criminale al mondo ha colonizzato la capitale morale del Paese. I suoi tentacoli soffocano gli ingranaggi del motore economico e politico d’Italia, la cui spina dorsale – cioè le imprese, stando ai risultati delle più recenti indagini giudiziarie – ha assimilato talmente bene la linfa della malapianta cresciuta su questo disgraziato lembo del Mediterraneo al punto da non aver mai denunciato né collaborato con la magistratura. Mai. Al Nord la ’ndrangheta controlla militarmente strade e quartieri, anche con le bombe se serve. Tanto nessuno denuncia. Nell’ordinanza dell’ultima operazione firmata dal pool antimafia milanese si legge: madundrina. ...continua a leggere "O mia bella Madu’ndrina"