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A portare la droga è la polizia. Non è un favore, né un caso di malaffare, ma il primo tentativo riuscito di assecondare le grandi organizzazioni internazionali per scoprirne mandanti e pedine. L’operazione si è appena conclusa in Olanda, dove i nostri agenti coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo di Genova hanno recapitato una partita di droga, individuando così due importanti trafficanti turchi. La droga (270 chilogrammi di eroina), nel corso della prima fase dell’operazione, era stata sequestrata dagli investigatori della Squadra mobile di Genova e del Servizio centrale operativo di Roma, in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane, nel porto del capoluogo ligure dove il carico era sbarcato da una nave proveniente dall’Iran. La nave, “Artabaz”, era partita dal porto iraniano di Bandar Abbas alla volta della Turchia e dell'Europa, dopo aver toccato i porti di Amburgo e Valencia, era giunta a Genova. Esaminando le polizze di carico, il contenuto di 3 dei 31 container sbarcati aveva attirato l’attenzione degli ispettori dell’Agenzia delle Dogane. I container trasportavano bentonite, ovvero un minerale argilloso in polvere, destinata a una ditta con sede nella Repubblica Ceca. Il carico di droga era in uno di questi container. A questo punto, d'intesa con la Dda di Genova, la Polizia ha lasciato una parte dell’eroina nel container installando al suo interno un rilevatore satellitare. ...continua a leggere "La polizia consegna la droga. Così scova i grandi trafficanti"

Il Nucleo operativo centrale di sicurezza (Nocs) festeggia 40 anni dalla sua fondazione. Il corpo speciale della Polizia di Stato nacque nel 1978 a seguito di un decreto dell’allora ministro dell’Interno, Francesco Cossiga, per contrastare – silenziosi come la notte, come recita il suo motto in latino – il terrorismo e la grande criminalità.
La data è stata festeggiata oggi a Roma, nel Centro polifunzionale di Spinaceto, sede della Scuola tecnica della Polizia dove lo speciale nucleo d’assalto, comandato da Andrea Mainardi, si addestra ogni giorno. Per celebrare l’evento le teste di cuoio del Nocs si sono esibite, eccezionalmente, alla presenza del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, del capo della Polizia, Franco Gabrielli, e del Direttore centrale della Polizia di prevenzione, Lamberto Giannini. Ospite d’onore, l’ex generale americano James Lee Dozier che il 28 gennaio 1982 fu liberato, a Padova, proprio dagli uomini del Nocs in seguito all’irruzione in un covo delle Brigate Rosse dove l’alto ufficiale statunitense era tenuto prigioniero.
La Polizia di Stato, attraverso il Nocs, articolazione della Direzione centrale della Polizia di prevenzione, forma da sempre personale particolarmente addestrato, anche all’utilizzo di materiali e tecnologie all’avanguardia, per la risoluzione di situazioni operative ad alto rischio, come la liberazione di ostaggi, l’irruzione in ambito urbano ed extraurbano per la cattura di terroristi e criminali e la protezione di alte personalità istituzionali italiane o straniere. ...continua a leggere "Le teste di cuoio della Polizia compiono 40 anni"

IMSI CatcherGli appassionati di tecnologie telefoniche possono già liberamente comprarlo su Internet. Si chiama Imsi Catcher (in Italia conosciuto come Cacciatore di Imsi) e consente, anche all’insaputa delle compagnie telefoniche, di individuare e “pedinare” telefoni cellulari nel raggio di diverse centinaia di metri. In altri Paesi, a cominciare dagli Stati Uniti, questi apparati sono stati messi al bando dalle associazioni che tutelano la privacy, soprattutto da quando si è scoperto che l’Fbi, il Federal Bureau of Investigation, li ha installati anche a bordo di una piccola flotta di aerei spia. Pure a Londra sono stati scoperti,  montati sui tetti della città, e ne sono nate accese polemiche. In Italia invece silenzio assoluto. Anche se gli Imsi catcher, come risulta a ilfattoquotidiano.it, sono impiegati  pure dalla polizia di Stato per attività investigative.
CACCIATORE ALL’ATTACCO. Ma cos’è esattamente questo Imsi Catcher, acronimo di International Mobile Subscriber Identity? L’apparecchio viene prodotto in due versioni: portatile, poco più grande di uno smartphone; o fissa, in abbinamento a un computer. E consente di “sniffare” il traffico cellulare monitorando i movimenti degli utenti. Da un punto di vista tecnico, è un “falso” ripetitore che si interpone tra il telefono “bersaglio” e le torri delle compagnie telefoniche. Attraverso il suo impiego è possibile identificare un numero indefinito di cellulari ottenendo informazioni molto sensibili, come il numero di telefono, l’Imsi (identifica la sim dell’utente) e l’Imei, acronimo di International Mobile Equipment Identity (rivela marca e modello dell’apparecchio), consentendo pure di appurare se è in corso una conversazione, con chi e, ovviamente, la posizione geografica del “bersaglio”. Alcune versioni di Imsi Catcher consentono persino ad ascoltare le telefonate, leggere gli sms o altri tipi di comunicazioni. Il “cacciatore” serve anche a “contare” quanti apparati si trovano in un’area e può acquisire “a strascico” i dati di tutti i terminali accesi oppure individuarne uno partendo dal numero. ...continua a leggere "Con l’Imsi Catcher cellulari a rischio: attenzione il Cacciatore ti ascolta"

giorgio napolitanoIl boia delle telefonate della discordia tra il presidente Giorgio Napolitano e l’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino, indagato per falsa testimonianza nell'ambito dell’inchiesta sulla trattativa tra lo Stato e Cosa Nostra, non è ancora entrato in azione. Lunedì 11 febbraio un tecnico incaricato dal Tribunale sarebbe dovuto entrare nella sala server del carcere palermitato dell’Ucciardone con una missione precisa: distruggere i quattro file audio contenenti le conversazioni finite nel mirino della Consulta, dopo il conflitto di attribuzione sorto tra il Capo dello Stato, registrato indirettamente, e la procura di Palermo, che li aveva incisi ascoltando (legalmente) le utenze dell’indagato Mancino. La decisione del gip, Riccardo Ricciardi, che dovrà dare il via libera alla distruzione di quelle registrazioni è slittata all'udienza dell’11 marzo. Un rinvio innescato dal ricorso di un altro co-indagato eccellente:Massimo Ciancimino, figlio di don Vito, l’ex sindaco mafioso di Palermo, che ha chiesto di ascoltare le conversazioni per accertare se contengano elementi favorevoli alla sua difesa. Ironia della sorte a cancellare le tracce di quelle telefonate era stato chiamato in Sicilia un tecnico della Research control system di Milano. La stessa società finita nei guai per la famosa telefonata – anch'essa intercettata – nel corso della quale Piero Fassino, parlando con Giovanni Consorte all'epoca dell’inchiesta sulla scalata di Unipol alla Bnl, esclamò «abbiamo una banca?». Telefonata finita illegalmente nelle mani di Silvio Berlusconi e subito dopo tra le colonne de Il Giornale, dopo essere stata trafugata dalla sala ascolti della procura di Milano, proprio da un tecnico della Rcs (il processo è sospeso e rinviato a dopo le elezioni). ...continua a leggere "Gli X-Files del Colle"