Per tre crolli, due ad Amatrice e uno ad Accumoli, che la notte del terremoto del 24 agosto dello scorso anno causarono complessivamente la morte di 23 persone, la Procura di Rieti si appresta a depositare due richieste di rinvio a giudizio nei confronti di 12 indagati. A confermarlo è stato il procuratore capo di Rieti, Giuseppe Saieva, sottolineando che c'è "la colpa dell'uomo" dietro i crolli della vela campanaria di Accumoli, che investì la casa della famiglia Tuccio, uccidendo madre, padre e due bambini, e quelli delle due palazzine di edilizia popolare di piazza Augusto Sagnotti ad Amatrice, dove persero la vita 19 persone. Nel caso di Accumoli gli indagati sono 7 tra tecnici della Curia di Rieti e amministratori, compreso l'attuale sindaco Stefano Petrucci. Quella vela, hanno accertato gli inquirenti e il consulente tecnico della procura, non doveva crollare sfondando il tetto dell'alloggio di proprietà del Comune di Accumoli dove abitavano, in affitto, Andrea Tuccio, sua moglie Graziella e i loro due bambini, Stefano di 8 anni e Riccardo di 8 mesi. Già all'indomani del terremoto dell'Aquila il campanile aveva mostrato segni di cedimento ma i successivi lavori, ordinati dalla Curia, di fatto non la misero in sicurezza. Saieva parla di responsabilità evidenti. "È emerso - ha spiegato il procuratore - l'uso di materiali scadenti e tecniche costruttive inadeguate.
Costruzioni fatte in violazione di leggi antisismiche e vincoli idrogeologici, che sono quelli che contano al fine della sicurezza". E poi "se l'uomo fin dall'inizio avesse fatto altre scelte in materia di tecniche costruttive, sono quelle che hanno determinato le vittime". "La colpa dell'uomo c'è - ha aggiunto il magistrato -, che queste colpe risalgano indietro nel tempo questo è un altro discorso, il comune di Amatrice è stato costruito due, tre secoli fa, dopo il terremoto distruttivo del '700, ma non sono state rispettate regole antisismiche, anche perché la normativa è degli anni Settanta. Non si costruisce male solo per risparmiare e guadagnare di più, c'è anche un problema più generale di sottovalutazione culturale".
Nel caso dei crolli delle due palazzine ex Iacp di Amatrice sono indagati 5 tra ex responsabili di ditte, tecnici dei collaudi e a un ex assessore del Comune, tutti ultra settantenni o ottantenni. Dovevano essere 9 ma altri 4 erano già morti da anni. "Il caso lampante - ha spiegato ancora Saieva - è quello delle palazzine costruite ad Amatrice dalla stessa azienda, quelle destinate al pubblico sono crollate, quelle private sono ancora in piedi. In via giudiziaria cercheremo di accertare le verità".
di Fabrizio Colarieti per Ansa [link originale]