Armi da guerra di ultima generazione, centinaia di munizioni e perfino un missile aria-aria. C’era tutto questo nella disponibilità di tre ambigui militanti dell’estrema destra oltranzista piemontese arrestati ieri dall’antiterrorismo della Polizia di Stato. Un vero e proprio arsenale, dal potenziale offensivo molto elevato, con armi pronte all’uso, perlopiù di provenienza austriaca, tedesca e statunitense, destinate - questa è una delle ipotesi avanzate dagli inquirenti della Procura di Torino - a rifornire forze militari non convenzionali. Le indagini, infatti, coinvolgono alcuni combattenti italiani, con ideologie oltranziste, che in passato hanno preso parte, da mercenari, al conflitto armato nella regione ucraina del Donbass.
Gli arresti compiuti ieri sono tre e tra questi c’è Fabio Del Bergiolo, 60 anni, ex ispettore antifrode dell’Agenzia delle Dogane già noto alle forze di polizia, tra i fondatori, nel 1998, dell’ex “Movimento di azione confederata” che promuoveva la libera vendita delle armi e candidatosi al Senato, alle politiche del 2001 tra le fila di Forza Nuova nel collegio di Gallarate. L’arsenale è stato trovato proprio nell’abitazione di Del Bergiolo, in provincia di Varese, nonostante a quest’ultimo fosse stata da tempo vietata la detenzione di armi. Nel dettaglio la Polizia ha catalogato 9 fucili da guerra (carabine d’assalto), una pistola mitragliatrice da guerra Scorpion, tre fucili da caccia, 7 pistole, 6 parti di armi da guerra (otturatori, caricatori, canne, fusti), 20 baionette, 306 parti di armi da sparo (caricatori, canne, otturatori, silenziatori, ottiche) e 831 munizioni di vario calibro.
Nell’ambito della stessa operazione gli investigatori della Digos di Torino e dell’Ucigos hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto anche un cittadino svizzero, Alessandro Michele Aloise Monti, di 42 anni, e Fabio Amalio Bernardi di 51, entrambi fermati in un hotel di Forlì e ritenuti responsabili di detenzione e commercio del missile aria-aria Matra. Dopo la convalida del fermo, sono finiti ai domiciliari.
L’indagine, avviata a luglio dello scorso anno, con l’attivazione di intercettazioni telefoniche e telematiche, è nata sorvegliando alcuni soggetti che in passato avevano preso parte al conflitto armato nel Donbass. Nel corso delle intercettazioni sono stati documentati diversi contatti tra un miliziano e un esperto di armi che proponeva l’acquisto, per conto terzi, di un missile del quale venivano trasmesse alcune foto via Whatsapp. Gli ulteriori riscontri hanno consentito, successivamente, di individuare il vero intermediario della vendita, per l’appunto Del Bergilio.
Il missile Matra S530 di fabbricazione francese e in uso alle forze armate del Qatar è stato poi rinvenuto nei pressi dell’aeroporto di Rivanazzano Terme, in provincia di Pavia, all’interno di un hangar. I tecnici dell’Esercito hanno accertato che il missile, costruito nell’ottobre del 1980 e dal peso circa 800 chilogrammi, era privo di carica esplosiva ma riarmabile e perfettamente funzionante, purché maneggiato da personale altamente specializzato.
Le indagini hanno consentito di accertare che il missile aria-aria, dunque utilizzabile solo se armato e lanciato da un caccia, era nella disponibilità di Monti e Bernardi e che Del Bergiolo stava tentando di venderlo a uno Stato estero per 470mila euro.
di Fabrizio Colarieti per La Notizia